L'accordo fiscale sui lavoratori frontalieri tra la regione Lombardia ed il canton Ticino è una "iniziativa impropria per metodo e merito" che va allargata allo Stato italiano. A sostenerlo sono i sindacati lombardi CGIL, CISL e UIL, che sottolineano come "a Costituzione vigente la competenza sulla materia fiscale è dello Stato" e chiedono che "la discussione si riapra a valle dell'emergenza sanitaria".
L'accordo con la Svizzera coinvolge infatti "diverse regioni e rappresenta quindi una questione nazionale. La Lombardia chiarisca tempi e modalità del percorso, nell'ambito della conferenza Stato-Regioni". Alla Regione, i sindacati chiedono poi "l'istituzione di un osservatorio regionale permanente sul lavoro frontaliero, anche attraverso la sinergia con la recente esperienza degli osservatori provinciali costituiti a Varese, Como e Sondrio, ricordando che la Lombardia è la prima regione d'Italia per numero di frontalieri".
Fra i temi da affrontare quello di uno 'Statuto dei lavoratori frontalieri', con l'obiettivo di definire "uno status giuridico certo". Un percorso avviato nell'ambito del Consiglio generale degli italiani all'estero e proseguito con le consultazioni dei gruppi parlamentari, a cui si deve aggiungere, secondo i sindacati, il sostegno della regione Lombardia.
Modem del 17.06.2020: La discussione sull'accordo dei frontalieri
RSI Info 17.06.2020, 13:21
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