"Una soluzione differenziata che permetta un'applicazione immediata per i nuovi frontalieri e un regime transitorio per quelli attuali", "almeno il 50% del gettito aggiuntivo generato dalla progressiva imposizione in Italia dei frontalieri sia conferito alla regione Lombardia che lo distribuirà ai comuni della fascia di frontiera", "un feedback italiano a favore dei cantoni che accerti quale è stata l'imposizione dei singoli contribuenti trasmessi nelle lista dei cantoni" stessi e, "tenuto conto degli investimenti ticinesi ad impatto transfrontaliero, una quota di imposizione massima in Svizzera del 70%", che potrà salire all'80%.
Sono i quattro punti che il governatore lombardo Attilio Fontana e l'allora ancora presidente del Governo ticinese Christian Vitta hanno messo nero su bianco e indirizzato il 30 aprile a Roma e Berna per sbloccare la questione dell'accordo sull'imposizione dei frontalieri, parafato da Svizzera e Italia il 22 dicembre 2015 ma mai firmato e ratificato.
Il Ticino, si ricorda, ha riversato nei soli ultimi 5 anni quasi 350 milioni di franchi di ristorni.
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