Ticino e Grigioni

Galleria di base Monte Ceneri, indennizzati alcuni operai

I lavoratori, 6 anni fa, avevano denunciato gravi infrazioni sul lavoro, caporalato, turni non autorizzati e assenza di norme di sicurezza di base

  • Ieri, 20:55
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Vertenza Alptransit: operai indennizzati

Il Quotidiano 14.01.2025, 19:00

Di: Quotidiano/M.Ang. 

Un indennizzo da quasi 400’000 franchi. Riguarda alcuni operai del cantiere della galleria di base del Monte Ceneri a Camorino che, sei anni fa, denunciarono condizioni di lavoro estenuanti. In questi giorni c’è stata la chiusura definitiva della vicenda.

Dalle fauci della montagna, non era emersa solo la grandiosità di Alptransit, il cantiere ferroviario del secolo. Erano emerse anche le testimonianze di operai che a Camorino, per costruire la galleria di Base del Monte Ceneri, ci avevano lavorato. Denunciavano gravi infrazioni sul lavoro, caporalato, turni non autorizzati e assenza di norme di sicurezza di base.

Il faro sul caso, lo aveva acceso la testata di inchiesta Falò e dal 2019 ci stava indagando la procura ticinese. Ora si spegne la luce su questi fatti, riporta il quotidiano La Regione. E lo si fa con un accordo extra-giudiziale, che prevede in tutto un indennizzo di 390’000 franchi.

“Dal nostro punto di vista, dal punto di vista dei lavoratori, certamente è un successo essere riusciti almeno a ottenere un indennizzo che copra quelle che sono e che erano le loro rivendicazioni salariali, che corrispondono sostanzialmente alle ore che hanno sempre denunciato di aver lavorato in più e che non sono mai state retribuite”, dice Igor Cima, responsabile UNIA Sopraceneri.

Un accordo extra-giudiziale, a cui ha fatto seguito il decreto di abbandono dell’inchiesta e quindi delle accuse. Il fatto che l’inchiesta venga chiusa potete considerarlo comunque un successo? “Come dicevo dal profilo dell’indennizzo economico sì; resta evidentemente il rammarico per l’aspetto penale che evidentemente non ci soddisfa ma, dal nostro punto di vista, il fatto che i lavoratori siano soddisfatti dell’indennizzo economico e dei soldi ricevuti per noi è comunque importante ed è un successo”, spiega Cima.

Un indennizzo, che per i difensori della ditta, non ha nulla a che vedere con le ipotesi di reato esposte nel procedimento penale. “Il procuratore pubblico ha emanato un abbandono estremamente chiaro in cui riconosce che non c’erano gli elementi per ritenere fondata alcuna accusa nei confronti di GCF”, dice Emanuele Stauffer, avvocato difensore Generale Costruzioni Ferroviarie SpA.            

Non c’erano gli elementi, e non c’erano più nemmeno alcuni reati minori ipotizzati, perché oramai caduti in prescrizione. “Non proprio. Anche perché comunque nel corso dell’inchiesta si era parlato di comportamenti o di fattispecie.... si era parlato di usura, si era parlato di caporalato e sono tutte fattispecie per le quali è prevista una prescrizione molto più ampia di quella quinquennale”, controbatte infine Cima.

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