Gli operai pretendono garanzie

Garanzie sui volumi di lavoro e sull’occupazione in attesa del nuovo stabilimento previsto dal 2026 in base alla dichiarazione di intenti dello scorso dicembre sottoscritta da FFS, canton Ticino e città di Bellinzona. Una dichiarazione che, come ben noto, non rassicura il comitato Giù le mani dalle Officine che, lunedì a Lucerna, nel corso di una nuova riunione della piattaforma di dialogo creata dopo lo sciopero di 10 anni fa, ha messo sul tavole le proprie pretese per la fase di transizione a breve e medio termine. Il dialogo è sempre aperto, ma tutt'altro che facile.

"Si discute del 2028, ma da qui al 2028 ci sono ancora 10 anni e non sappiamo cosa capiterà. Vogliamo chiarire tutti questi aspetti, poi potremo pronunciarci", spiega ai microfoni della RSI Gianni Frizzo. I lavoratori si aspettano risposte precise che le FFS, in questo frangente, non possono dare. L'azienda assicura però che, il nuovo stabilimento, garantirà il futuro delle Officine. "Ci sono ancora tante incognite. Vogliamo investire, ma in questo momento siamo nella fase di studio" sottolinea il portavoce Stephan Wehrle.

I rappresentanti dei lavoratori, con la mediazione di Franz Steinegger, hanno ottenuto di far sentire le loro rivendicazioni. Un gruppo ristretto Ferrovie-maestranze si riunirà per concordare le tematiche di discussione nelle prossime riunioni di piattaforma.

Il consigliere di Stato Claudio Zali, da parte sua, ha escluso che la politica abbia abbandonato gli operai dello stabilimento e confermato che a giugno il Consiglio di Stato licenzierà il messaggio sulla realizzazione delle nuove Officine. Dovrebbero trovare posto o ad Arbedo-Castione o nell'area dell'ex Monteforno.

Diem/CSI

30.04.2018: Nessun accordo

CSI 18.00 del 30.04.18: la corrispondenza di Luigi Frasa