Sono i primi mesi del 2008 e alle Officine FFS di Bellinzona l’aria è pesante. Le voci di un piano di ristrutturazione aziendale si moltiplicano e le assemblee si susseguono. Ad inizio marzo la tensione è alle stelle. Le voci diventano certezza il 7 marzo. In pittureria arriva anche il direttore di FFS Cargo, Nicolas Perrin.
Il leader della protesta, Gianni Frizzo, incalza il dirigente, chiedendogli di confermare quello che tutti sanno, ovvero che le FFS vogliono privatizzare la manutenzione dei carri e portare a Yverdon la manutenzione delle locomotive. Perrin non può fare altro che confermare.
La protesta si scatena e Perrin deve essere scortato fino all’uscita. L’assemblea decreta lo sciopero a oltranza, finché la direzione non ritirerà il piano di ristrutturazione. Nelle settimane seguenti la Svizzera italiana si unirà alla lotta degli operai delle Officine in uno slancio di solidarietà senza precedenti.
Lo sciopero durerà un mese ma le tute arancioni appese al muro e quel "giù le mani dalle Officine" rimarranno per sempre nella storia del Ticino e del Grigioni italiano.
carrasit