Stabilità, ma con diverse novità. Si può riassumere così l’esito dello spoglio delle elezioni cantonali ticinesi per quanto riguarda il Gran Consiglio. Il dato principale è sicuramente la perdita di consensi della Lega dei Ticinesi, che passa dal 24.24% del 2015 al 19.87% di quest’anno, con una perdita di oltre 5 punti percentuali. In soldoni sono 4 seggi in meno in Parlamento (18 totali), dove non era previsto il matrimonio con l’UDC, che ha dal canto suo guadagnato 2 seggi (dal 5.77% de La Destra 4 anni fa al 6.79% del 2019).
L’altro segno meno lo ha fatto segnare il PLR, che ha perso un seggio passando dal 26.73% del 2015 al 25.33% del 2019. Liberali che si confermano però il primo partito nel Parlamento cantonale.
Perde un seggio anche il PPD che si ferma a quota 16 con una percentuale finale del 17,63% (-1 punto percentuale rispetto al 2015)
PS stabile, cresce l’estrema sinistra
Dati in difficoltà alla vigilia, i socialisti hanno invece marciato sul posto, non confermando la crescita di ieri per il Governo, ma conservando i propri seggi nonostante una lieve flessione (dal 14.64% al 14.47% il PS).
L’affare di giornata lo hanno certamente però fatto le due liste di estrema sinistra: il Movimento per il Socialismo-POP ottiene tre seggi, conquistandone due in più, salendo dall’1.45% al 2.39%; nel 2015 ne avevano conquistati due insieme ai comunisti. Partito Comunista e Indipendenti che hanno a loro volta conquistato due seggi con l’1.23%. In tutto i seggi a sinistra del PS sono quindi ora ben 5.
Onda verde sottotono e sorpresa “Più Donne”
La tanto attesa onda verde non si è invece manifestata, o almeno non nelle dimensioni attese, ma la lieve crescita al 6.63% (6.02% nel 2015) permette agli ecologisti di conservare agevolmente i propri 6 seggi, malgrado le diverse spaccature registrate nell'ultimo quadriennio.
La vera sorpresa di giornata l’ha però sicuramente fatta segnare la nuova formazione politica “Più Donne”, che con un’ottima votazione (2.07%%) si assicura la presenza di due parlamentari, che prima militavano proprio nei Verdi.
Montagna Viva e piccole liste fuori; nuove maggioranze a tre
Tutte le altre liste minori, tra cui tante che si presentavano per la prima volta, non sono invece riuscite a entrare in Gran Consiglio. Montagna Viva è invece l’unico partito a uscire di scena, dopo aver avuto per l’ultimo quadriennio un seggio occupato dal deputato Germano Mattei.
Un altro dato da rilevare è l’impossibilità nel nuovo Parlamento di costituire maggioranze “a due”. Se infatti nell’ultima legislatura PLR e Lega uniti avevano i numeri per fare maggioranza, nella prossima sarà necessario l’accordo di almeno tre partiti.
I liberali si riprendono Lugano e tutti i grandi centri
L’altra sorpresa arriva dalle sponde del Ceresio, dove i liberali hanno invertito il risultato di quattro anni fa, quando erano il secondo partito dietro alla Lega con il 26.21%, operando il sorpasso e diventando il partito più votato nonostante il calo a 24.25%. Perdita consistente invece per la Lega che dal 29.42% passa al 23.83%.
A Bellinzona il PLR con il 28.98% ha stravinto davanti al PS (17.55%) e al PPD (16.05%) e anche a Locarno sono i liberali a guidare la partita (24.20%), davanti ai socialisti (18.71%) e alla Lega (16.76%). Scendendo a sud lo scenario cambia poco per quanto riguarda la prima posizione, conquistata dal PLR sia a Mendrisio (26.22%) sia a Chiasso (26.17%). A Mendrisio la distanza con i popolari democratici è però ridotta (23.32%), segue la Lega a 17.84%. Anche a Chiasso i liberali sono tallonati, ma dalla Lega al 24.28%, mentre il terzo partito è il PS (14.52%).