Sono fatti per resistere alla grandine, ma non ai “proiettili” di ghiaccio di 5-7 centimetri che si sono abbattuti sul Locarnese venerdì scorso. Oltre a parabrezza e lucernari, anche “molti impianti solari sono stati danneggiati” dall’evento estremo del 25 agosto. Ad attirare l’attenzione su questi danni, meno evidenti perché spesso anche meno visibili, è l’organizzazione Swissolar Svizzera italiana.
La conta dei pannelli sinistrati è naturalmente ancora in corso, ma le cifre rischiano di essere importanti. “Abbiamo ricevuto una cinquantina di richieste di controllo e in una quindicina di casi i moduli sono completamente distrutti”, riporta alla RSI una delle ditte private attive nel settore.
La gestione di questo tipo di situazioni viene illustrata dalla stessa Swissolar in una scheda. “In caso di danni evidenti ai moduli si consiglia di spegnere immediatamente l’impianto e contattare il proprio installatore per un’ispezione accurata”, è il primo consiglio. A seconda dei casi, lasciare in funzione un impianto con dei moduli danneggiati può in effetti rappresentare un pericolo. Il suggerimento è comunque, in caso di dubbi, di controllare la resa energetica per almeno due anni confrontandola con il periodo precedente.
In un impianto danneggiato possono in effetti sussistere vari tipi di pericoli. In primis quello di rottura dei vetri e di caduta di elementi dal tetto, come pure, a seconda del tipo di impianto, di infiltrazioni di acqua. In situazioni particolari, se i moduli hanno subito danni anche a livello del circuito elettrico, nei casi peggiori può anche sussistere un certo rischio di incendio.
I pannelli fotovoltaici sono naturalmente studiati per resistere alle grandinate e in Svizzera è richiesto, per le abitazioni monofamiliari, una classe di resistenza alla grandine HW3: “Ciò significa - spiega Swissolar - che gli elementi devono resistere all’impatto di chicchi con un diametro di 3 centimetri”.
Dal 2019, sotto la guida di MeteoSvizzera, è tuttavia in corso il progetto “Climatologia svizzera della grandine”. Esso ha portato, ad esempio, all’adeguamento della cosiddetta “carta della grandine”, che una volta adottata formalmente nelle normative introdurrà per diverse zone nuove classi di resistenza più elevate rispetto alle attuali. Un cambiamento che stanno tenendo d’occhio anche le assicurazioni che per ora pagano i danni, ma in futuro potrebbero richiedere protezioni maggiori.
RG 12.30 del 26.08.2023 - Luca Nisi (MeteoSvizzera) commenta l'intensa grandinata sul Locarnese
RSI Info 26.08.2023, 12:33
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