Ticino e Grigioni

"Haiti è un Paese in caduta libera"

La testimonianza di due cooperanti ticinesi, sull’isola dal 2019 - "I banditi bloccano cibo e carburante sulla via verso Sud"

  • 15 luglio 2022, 20:55
  • 20 novembre, 15:30
07:16

Haiti: un paese in caduta libera

SEIDISERA 15.07.2022, 20:30

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Di: L.D./Seidisera 

Ad Haiti c'è stata un'impennata di violenza tra le bande criminali, che ormai controllano il Paese. Moltissimi sono stati i morti nella capitale Port-au-Prince. È da però diversi anni che qui si vive nell’instabilità politica. A peggiorare la situazione c’è inoltre la forte inflazione, la malnutrizione, il coronavirus e le catastrofi naturali. L’ultimo terremoto registrato nel Dipartimento di Nippes, l’agosto scorso, aveva fatto migliaia di vittime e centinaia di dispersi.

"Chi non paga, rischia la vita"
Le bande di criminali si scontrano soprattutto nella capitale, ma hanno creato un vero e proprio blocco sulle strade che portano al sud nel Paese. “Chiedono il pagamento di un pedaggio e chi non paga rischia la vita”, raccontano Maria Laura e Sebastiano Pron, cooperanti nel Dipartimento di Nippes da tre anni. “Riuscire a passare da questo blocco ha un costo che poi si ripercuote su quello delle merci, sul cibo e sul carburante ad esempio. Questo ha un effetto molto negativo su un'economia già precaria”.

Inflazione, disoccupazione, malnutrizione
“Fortunatamente noi non viviamo le situazioni di violenza quotidiane della capitale, ma ne percepiamo gli effetti”, ci spiegano i cooperanti. “La situazione, da alcuni anni, è in costante peggioramento su tutti i fronti: disoccupazione, sanità, sicurezza… vediamo quotidianamente anche l’aumento di casi di malnutrizione”.

Sull’isola caraibica solo poche persone hanno un salario fisso. Un insegnante, per esempio, prende tra i 50 e 100 dollari. “La maggior parte della popolazione vive della cosiddetta economia informale”, ci spiega Maria Laura Pron. “Rivende carbone o frutta, lavora alla giornata. Il guadagno non supera i 3 dollari al giorno e il costo della vita”, aggiunge, “è aumentato pesantemente. Un sacco di riso di 25 kg al nostro arrivo costava tra i 10 e i 15 dollari. Adesso siamo tra i 25 e i 30 dollari”.

Tra pochi giorni, la coppia terminerà il lavoro sull’isola e tornerà in Svizzera. “Lasciamo un Paese in caduta libera”, commentano con l’amaro in bocca. “Ma il lavoro che siamo riusciti a svolgere assieme a queste popolazioni è stato bellissimo. Pensiamo che le realtà che abbiamo toccato abbiano comunque visto un miglioramento.”
Maria Laura e Sebastiano Pron sono arrivati ad Haiti nel 2019, attraverso la Conferenza Missionaria della Svizzera Italiana per il progetto coordinato dalla Diocesi di Lugano. Maria Laura è medico e ha partecipato a diverse esperienze in Colombia, Mali e Tchad; mentre Sebastiano ha una laurea in scienze ambientali, è docente delle scuole medie ed era già stato in India, Ruanda e Colombia. Tra pochi giorni lasceranno il Paese e il testimone della missione andrà a Nadia e Sandro Agustoni.

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