Il consumo di crack è esploso negli ultimi due anni, proprio durante la pandemia, anche in Ticino. A Lugano, come testimoniato da alcuni tossicodipendenti davanti alle telecamere della RSI, lo spaccio avviene soprattutto al Parco Ciani. Il diffondersi del derivato della cocaina (da taluni chiamata anche cocaina lavata essendo ottenuta sciogliendo lo stupefacente in ammoniaca) preoccupa gli operatori e la polizia che negli ultimi anni hanno assistito anche ad un importante ritorno dell'eroina. È sul mercato elvetico da 50 anni e nel frattempo non è sparita. Anzi. Il quantitativo intercettato dalla polizia cantonale è quasi raddoppiato passando dagli 11,8 chili del 2020 ai 21,7 del 2021 e anche il numero di morti per overdose è salito da 8 a 13. Un tempo i consumatori se la iniettavano per via endovenosa. Oggi viene utilizzata soprattutto in altre forme e con altri scopi. In particolare viene fumata quale anestetizzante e per alleviare l'effetto eccitante di altre sostanze.
La droga pesante più usata resta però la cocaina che, come mostrano anche le casistiche di Antenna Icaro e di Ingrado, rimane al primo posto fra le sostanze stupefacenti in Ticino. I sequestri lo scorso anno si sono ridotti (da 16 chili nel 2020 a 7,2), ma la sua presenza è sempre massiccia.
Tra i più giovani si stanno imponendo anche nuove forme di usi, abusi e dipendenze. In particolare legati ai farmaci il cui utilizzo è aumentato durante la pandemia. Si parla delle benzodiazepine (gli ansiolitici), ma non solo. A preoccupare è la banalizzazione di sostanze che tecnicamente non sono neppure droghe. In alcuni casi vengono ancora prescritte piuttosto facilmente, anche dai medici di famiglia, ma alla lunga e senza un adeguato controllo creano una dipendenza psichica e fisica molto forte. Disintossicarsi dalle benzodiazepine, ricordano gli operatori, è peggio che disintossicarsi dall'eroina che nel 1972 fece il suo primo morto in Svizzera.
50 anni dopo l'arrivo dell'eroina
Il Quotidiano 30.05.2022, 19:00