Ticino e Grigioni

Il picco dei morti deve arrivare

Giorgio Merlani sull’evoluzione della pandemia: "L'inverno alle porte e misure appena sufficienti qualche timore lo lasciano"

  • 19 novembre 2020, 19:02
  • Ieri, 18:08
02:18

CSI 18.00 del 19.11.2020 - L'intervista di Alessandro Broggini

RSI Info 19.11.2020, 18:43

  • TI-Press
Di: CSI/dielle 

"Quello che certamente si può dire è che mercoledì scorso abbiamo toccato un picco da un punto di vista numerico, a quello ospedaliero siamo invece vicini in questi giorni (oggi più uscite che entrate, dato però da confermare nei prossimi giorni), ma per quello dei decessi ci vorrà ancora quasi una settimana". Giorgio Merlani, medico cantonale ticinese, è tornato a commentare i dati della seconda ondata della pandemia di coronavirus in Ticino ai microfoni RSI. Il raggiungimento dei diversi picchi genera ovviamente i numeri più alti e oggi, giovedì, si registrano ad esempio un numero di decessi (15) rilevato solo in due occasioni: il 31 marzo e il 12 aprile, appunto nel periodo più critico della prima ondata.

Fin qui i parallelismi evocati dal medico cantonale, che rileva però anche delle differenze. "I decessi questo autunno si sono divisi a metà tra case anziani e ospedali, ma la percentuale dei morti in casa anziani è leggermente diminuita rispetto alla prima ondata".

I timori legati all'inverno

Se da una parte il raggiungimento dei picchi presuppone un miglioramento, dall'altra l'inverno alle porte lascia comunque qualche timore, come affermato oggi anche dal consigliere federale Alain Berset. "Io inizierei a sostituire il termine picco con quello di colle – afferma il medico cantonale ticinese –, perché il picco dà un'immagine di un'ascesa ripida dalla quale non si può che ridiscendere. È quello che è successo in aprile, ma è facile dirlo una volta scesi. Adesso invece siamo su un altipiano, un passo: quando torneremo giù e con che rapidità? Oppure dal passo prenderemo una via laterale trovando una valle ancora più irta per finire su un picco ancora più alto? È questa la vera domanda".

Per Giorgio Merlani a influire sono infatti anche le misure messe in campo, ora decisamente meno restrittive rispetto a quelle primaverili: "In aprile con le fortissime limitazioni i numeri non potevano che scendere, mentre adesso prima di tutto abbiamo davanti l'inverno e, se nelle prossime settimane dovessero arrivare pioggia e freddo, ci ritroveremmo tutti molto di più all'interno. Il secondo problema è che al momento conviviamo bene con le misure e la situazione sembra gestibile, ma l'indice di trasmissione RT è a 0,99/1, basta che sbagliamo una virgola e saliamo sopra 1 e anche i numeri ricomincerebbero a crescere. Insomma, la lunga stagione fredda alle porte e le misure sufficienti giusto a mantenere l'attuale delicato equilibrio non mi fanno ancora cantare vittoria".

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