Ore ed ore in macchina, viaggiando senza una meta precisa. Tra le tante famiglie ucraine giunte in Ticino (anche) giovedì, la RSI ha incontrato quella di Devid, giunta in Ticino un po' per caso, e che da ieri, insieme ad altre famiglie incontrate lungo il viaggio, è ospite presso gli spazi messi a disposizione dal Comune di Sorengo.
Devid, 11 anni è studente al conservatorio, virtuoso del pianoforte. È scappato insieme a mamma e papà, per ritrovarsi in uno spazio condiviso a Sorengo, dove però può continuare a suonare il suo amato piano, donatogli da un privato. "Sto abbastanza bene e avere un piano da suonare mi dà una grande gioia. Soprattutto qui so di essere al sicuro. Sono triste se penso a mia nonna, agli zii e ai cugini che non sono riusciti a partire, così come i miei amici rimasti in Ucraina. Il mio cuore è là, ma so che anche qui mi farò degli amici e che le cose andranno meglio".
Il papà Edmund, che preferice non apparire, è un antropologo laureato alla Sorbona, la mamma Tanja una psicologa. Sono fuggiti in fretta e furia. "Durante le prime ore di bombardamenti ci siamo chiusi nei rifugi, è stato terribile, poi alcuni amici ci hanno chiamato e ci hanno detto che se tenevamo alla nostra vita dovevamo assolutamente scappare - dice Edmund. Così abbiamo fatto, abbiamo giusto preso alcuni documenti che avrebbero potuto servirci e siamo saliti in macchina. Non sapevamo dove saremmo arrivati, ma ora che siamo qui so che siamo in buone mani. Il nostro obiettivo ora è di integrarci e poi, un giorno, finita la guerra, vorremmo tornare a casa".
Tanja, che prima aveva una vita fatta di mille impegni, ci ha accolti con una spazzola in mano, felicissima perché dopo due settimane è finalmente riuscita a pettinarsi i capelli. Lei è in salvo ma la sua famiglia è rimasta in Ucraina. "Siamo stati accolti benissimo, la gente è davvero stata gentili con noi, ci hanno detto di prenderci il nostro tempo, di pensare al qui e all'adesso. Il mese prossimo sarà il compleanno di mia mamma, ogni anno le regalo dei fiori, che siano rose o tulipani, non ho mai mancato. Spero che anche questa volta riuscirò a portargli un bouquet...e magari anche più di uno".
Un alloggio modesto ma prezioso, con la mobilitazione del Comune di Sorengo che, nel giro di pochi giorni, ha letteralmente trasformato dei prefabbricati già esistenti. Per la famiglia in fuga dalla guerra un nuovo inizio, lontani da casa, ma insieme.