La gara per il seggio vacante in Consiglio federale – lasciato libero da Alain Berset - viene naturalmente seguita con particolare interesse nei Grigioni. La candidatura del socialista Jon Pult suscita infatti attese tra i politici del cantone trilingue, in quanto sperano che un loro rappresentante nell’esecutivo federale promuova le rivendicazioni grigionesi.
Il tifo retico per Pult è quindi trasversale e anche chi si trova dall’altra parte dello steccato partitico lo sostiene. Per Jan Koch, granconsigliere dell’UDC, Pult “aumenterebbe la visibilità e l’attenzione nei confronti del Cantone, promuovendo il dibattito politico”.
Nato nel 1984 all’ospedale di Scuol, Jon Pult ha imparato il romancio a Guarda. A una ventina di chilometri da lì, a Sent, vive l’engadinese Aita Zanetti. La co-presidente cantonale dell’Alleanza del Centro non lo voterebbe per le sue convinzioni politiche, ma perché sa quanto sia legato alle sue radici linguistiche e culturali. Zanetti lo descrive infatti come “un politico alla mano e che sa quanto disti l’Engadina Bassa dai grandi centri in Svizzera”. È convinta infine che grazie alla sua padronanza delle quattro lingue nazionali, Pult “rafforzerebbe la diversità in Governo, il che farebbe bene a tutti”.
Un elemento evidenziato anche dal liberale Maurizio Michael. Il bregagliotto ricorda volentieri le lotte a favore dell’italianità combattute in Gran Consiglio con Jon Pult. È quindi convinto che un secondo consigliere federale che sogna in italiano sarebbe un atout per la minoranza linguistica: “Per l’italianità sarebbe un ulteriore Consigliere federale che ha le conoscenze linguistiche e reali dell’italiano, ma altrettanto anche del territorio e dei suoi bisogni”.
Da parte sua il presidente del governo grigionese Peter Peyer è convinto che, se eletto, Jon Pult, saprebbe rappresentare bene il Cantone di provenienza, sottolineando però un elemento importante: “Il Consiglio federale fa politica per tutta la Svizzera e per tutti i Cantoni, quindi il cantone di provenienza passa spesso in secondo piano”.
Il giorno dell’elezione, una delegazione del governo sarà ad ogni modo presente a Berna per stringergli i pugni. In prima fila, proprio anche l’amico e collega di partito Peyer: “Saremo lì per portare anche un po’ di fortuna e per augurargli personalmente ‘in bocca al lupo’” conclude.