Ticino e Grigioni

Il virus del Nilo occidentale in Ticino

L'esame delle zanzare per la prima volta ha accertato la presenza dell'agente patogeno

  • 29 agosto 2022, 21:47
  • 20 novembre, 15:11
00:38

Notiziario 22.00 del 29.08.22: la presenza del West Nile Virus accertata per la prima volta in Ticino

RSI Info 29.08.2022, 23:01

  • Keystone
Di: Diem/AlesS/L.D. 

Il virus che negli umani può provocare la Febbre del Nilo è arrivato in Ticino. Non si segnalano casi di malattia, ma il West Nile Virus è stato trovato per la prima volta tramite l'analisi delle zanzare catturate ad agosto nell'ambito della campagna di monitoraggio in corso da anni. Il virus quindi circola anche alle nostre latitudini ed esiste un potenziale rischio di trasmissione all'uomo.

Il Dipartimento della sanità e della socialità, contattato dalla RSI, ha preferito non esprimersi sulla questione rinviando a una comunicazione ufficiale prevista per la giornata di domani, martedì.

03:29

Febbre del Nilo nella Pianura Padana, in Svizzera nessun caso

Telegiornale 04.08.2022, 22:00

L'arrivo del virus in Ticino (e in Svizzera) tramite le zanzare (è veicolato soprattutto dalla specie comune Culex, ma pure dalla tigre Aedes e anche dalle zecche) era atteso, dopo la sua diffusione in Italia a partire dal 2008. La sua presenza è stata accertata in tutte le province lombarde e il numero dei casi di infezione umana continua a crescere. Poco più di due settimane fa il professor Enos Bernasconi, responsabile del servizio malattie infettive dell’Ente ospedaliero cantonale ticinese (EOC), intervistato da RSINews aveva avvertito: "potrebbe arrivare" (vedasi il primo correlato nel quale si trovano anche le spiegazioni sulla diffusione del virus, le misure preventive da adottare e chiarimenti sulla malattia). E così è stato.

In Svizzera finora non sono mai stati trovati pazienti affetti dalla malattia (la Febbre del Nilo è una di quelle che i medici devono segnalare obbligatoriamente alle autorità sanitarie nazionali) che potrebbero essere stati infettati nella Confederazione. Negli ultimi 10 anni sono stati registrati quattro casi (l'ultimo nel 2020) di persone contagiate all'estero.

Il rischio di trasmissione all'uomo del virus, scoperto per la prima volta in Uganda ormai 50 anni fa, stando alle autorità sanitarie, è limitato. In caso di infezione la maggior parte delle persone (circa il 75%) non sviluppa sintomi. Nel 25% dei contagi la malattia si manifesta con sintomi simili a quelli influenzali che in meno dell'1% dei casi sfociano in gravi complicazioni, soprattutto encefaliti e meningiti che colpiscono con maggior frequenza i più anziani. Queste complicazioni, si legge sul sito dell'Ufficio federale della sanità pubblica, possono condurre alla morte nello 0,1 % degli infettati.

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