Ticino e Grigioni

Imprenditore contesta "indagini" del Papa

Un finanziere italiano residente nei Grigioni si oppone ai metodi di Francesco, che vuole far luce su 200 milioni, in parte spariti, per acquistare gli ex magazzini Harrods

  • 3 gennaio 2022, 20:52
  • 20 novembre, 18:55
03:27

Le indagini del Vaticano sotto la lente

Il Quotidiano 03.01.2022, 20:00

Di: Quot 

I metodi di indagine promossi da Papa Francesco per fare luce su presunte malversazioni nell'acquisto di un grosso immobile a Londra, hanno suscitato la reazione di un legale nella Svizzera italiana, che difende un imprenditore residente nei Grigioni.

Tutto parte dalla compravendita dei vecchi magazzini Harrods. Il denaro è della Chiesa: 200 milioni di dollari. Ma tra milioni investiti altrove, commissioni, presunte operazioni a danno del Vaticano, tutto questo denaro, in parte, va in fumo. Il Vaticano apre un'inchiesta, che coinvolge 9 imputati, dentro e fuori la Chiesa: un cardinale, imprenditori, diverse società. Accusati di vari reati finanziari, tra cui riciclaggio, corruzione, appropriazione indebita. Ma quello che fa discutere ora sono i metodi con cui indaga il Vaticano e che hanno fatto infuriare le Difese.

In sostanza, Papa Francesco, tra il 2019 e il 2020, ha concesso poteri speciali per indagare al di fuori delle leggi in vigore negli altri Stati. Si tratta di quattro Rescritti, firmati Francesco, nei quali, ad esempio, si dice che "si possono usare strumenti tecnologici idonei a intercettare utenze fisse, mobili, nonché altra comunicazione anche di tipo elettronico". Se ne è accorta la difesa di Raffaele Mincione, finanziere italiano residente nei Grigioni, che in parte ha gestito la compravendita dello stabile.

(Guarda l'intervista integrale, al legale dell'imprenditore, nel video allegato all'articolo)

Su richiesta del Vaticano la Svizzera ha poi bloccato alcuni conti del finanziere residente nei Grigioni, accusato di avere investito circa 100 milioni a lui affidati, perdendone 18 (altri 18 li ha richiesti come commissione). Il procedimento è attualmente fermo, dopo che un giudice vaticano ha chiesto al pubblico ministero di fornire ulteriori prove.

Il gioco di forza tra difesa e accusa è destinato a durare.

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