Secondo gli ultimi studi pubblicati dall’Osservatorio creato dall’Associazione Aziende Familiari e dalla SUPSI, le 8’383 aziende di famiglia presenti in Ticino danno lavoro a oltre 83’000 collaboratori e garantiscono ricavi per oltre 17, 7 miliardi di franchi. Cifre impressionanti che testimoniano il successo di questo tipo d’azienda e il suo radicamento nel territorio, che spesso si protrae da diverse generazioni. Nella maggior parte dei casi, il 74 %, si tratta di piccole realtà con meno di 10 collaboratori, ma il loro contributo al benessere cantonale resta immutato.
Ma c’è un ma! Sì, perché sul futuro di molte aziende di famiglia, pesa il problema della successione. Sono circa il 50 % quelle che dovranno affrontarlo nei prossimi 10 anni. In molti casi, infatti, non c’è un erede interno alla famiglia pronto a raccogliere il testimone.
È il caso, ad esempio, della Sonego Calzature di Maroggia, 15 dipendenti, 5 punti vendita in tutto il Ticino è gestita con passione da Guglielmo - il cui padre era un piccolo calzolaio - e dalla moglie Geri che nella loro vita hanno smerciato centinaia di migliaia di scarpe. I figli entrambi laureati hanno preso un’altra strada e per ora sula successione pesa un grande punto di domanda. “Sarebbe un peccato – ci racconta il titolare che ha 62 anni – se tutto questo venisse a sparire”, “perché quasi tutto il commercio è in mano a multinazionali, poco collegate con il territorio.
Un rischio quello di chiudere che nel recente passato ha toccato molti alberghi a conduzione familiare. Fra questi il Dulac di Paradiso, chiuso nel 2011 per mancanza di eredi pronti a prendere il testimone. Per lo storico proprietario Corrado Kneschaurek, che ricorda con tristezza il momento della chiusura, la soddisfazione di vedere risorgere, la struttura di Paradiso, dove aprirà a breve una residenza per anziani facoltosi gestita dal gruppo Tertianum.
La famiglia Kneschaurek
E se per molti imprenditori rimasti senza eredi c’è preoccupazione, c’è anche chi come la famiglia Cattaneo, titolare della Brughera SA di Mezzovico, ditta leader nella distribuzione di bevande in Ticino, ha saputo muoversi per tempo.
Tutti in famiglia ci racconta il direttore Daniele, hanno trovato una collocazione ideale, ma avverte “Il proprietario, prima di lasciare il timone vuole vedere che la barca funziona in maniera autonoma. A quel punto lo lascia. Comunque, la trasmissione dell’esperienza non dura 2, 3 o 4 anni, dura quello che deve durare e non è così facile”. Cattaneo solleva un problema concreto.
Sì, perché riprendere l’azienda di famiglia, o rilevare un’impresa dopo che il vecchio proprietario è uscito di scena non è semplice. Oltre a regolare gli aspetti economici connessi al cambiamento di proprietà, chi subentra deve dimostrare di possedere solide capacità manageriali. E allora che fare? A chi rivolgersi? Il primo passo importante potrebbe essere quello di chiedere aiuto, appoggiandosi ai servizi di accompagnamento alla successione, pubblici o privati presenti in Ticino. Come quelli offerti dal DFE del cantone, attraverso lo strumento della fideiussione sul piano economico, o mettendo a disposizione dei consulenti capaci di garantire una formazione personalizzata ai futuri imprenditori. Corsi per futuri manager organizzati anche dalla Camera di commercio, con il sostegno della Confederazione.
Ma non è tutto, perché in Ticino vi sono anche aziende private, come la Business Up di Manno, in grado di accompagnare, attraverso un programma a lungo termine il neoimprenditore al momento della successione. Ne ha fatto capo, ad esempio la Regine Group di Morbio: un’industria specializzata nella creazione di pinzette. Per il nuovo direttore generale, Simon Terrier, succeduto al padre “chiedere aiuto è un segno di forza e non di debolezza”. E i risultati sul piano commerciale sono concreti.
Imprenditori si diventa
Falò 09.11.2023, 20:50