In Ticino ritardi anche per Moderna

Sono quasi 26'000 le dosi di vaccino consegnate finora al Ticino e poco più di 17'000 quelle somministrate, ma la campagna di vaccinazione è destinata a un rallentamento. Dopo Pfizer, anche Moderna, ha spiegato in conferenza stampa il capo della divisione della salute pubblica Paolo Bianchi, ridurrà le forniture previste. Se le 9'400 dosi di gennaio sono giunte a destinazione, in febbraio saranno ridotte sia la prima consegna a inizio mese (da oltre 14'000 a poco più di 11'000 dosi, un taglio del 20%) che quella di fine mese, dimezzata. Ne conseguirà una disponibilità di 12'300 dosi in meno, che aggiunte alle 7'800 di Pfizer che verranno a mancare costringono a ritardare la somministrazione agli over 75, che potrà partire solo a fine mese.

Si rende necessario un accantonamento per chi ha già ricevuto la prima dose e deve farsi inoculare la seconda, ha spiegato Bianchi. Il richiamo del vaccino nelle case anziani non subirà ritardi, ma 1'200 primi appuntamenti già fissati ad Ascona e Tesserete dovranno essere posticipati ed è confermato lo stop ai nuovi rendez-vous nella trentina di luoghi deputati alla vaccinazione di prossimità. A fine febbraio, riassumendo, avranno ricevute un'immunizzazione completa 21'000 ticinesi invece dei 37'000 previsti in un primo tempo.

Prima di Bianchi aveva preso la parola il medico cantonale Giorgio Merlani per illustrare la situazione epidemiologica, dove "si conferma la tendenza positiva" e il tasso di riproduzione è sotto l'1, "non caduto dal cielo ma frutto delle restrizioni adottate nelle ultime settimane".

Preoccupa comunque ancora la variante inglese, rilevata (notizia di giovedì) nel caso di un allievo positivo alle elementari di Stabio. La classe è in quarantena ma non sono emerse altre positività, ha precisato il medico cantonale. La mutazione del coronavirus, ha pure aggiunto, dovrebbe rappresentare oggi "fra il 10 e il 15%" del totale delle infezioni.