Ticino e Grigioni

L’agricoltura di montagna non abbandona la Verzasca

Lo dimostra un recente studio: da trent’anni il numero di alpeggi è rimasto stabile, soprattutto in alta valle. Ma non mancano le sfide per il futuro

  • 2 febbraio, 18:41
  • 2 febbraio, 20:37

SEIDISERA del 02.02.2024 - L’agricoltura in Valle Verzasca: il servizio di Lino Bini

RSI Info 02.02.2024, 18:20

  • © Ti-Press / Alessandro Crinari
Di: SEIDISERA/RSI Info

Il tempo passa ma gli alpeggi in Val Verzasca restano. Questo è uno dei notevoli risultati tratti da un recente studio commissionato dalla Fondazione Verzasca per conoscere l’andamento e lo stato di saluti degli alpeggi nella valle dal 1995 ad oggi.

Secondo la ricerca, infatti, negli ultimi trent’anni il loro numero è rimasto pressocché stabile (oltre una trentina) e non si è riscontrato un abbandono delle superfici alpestri, come invece è avvenuto in altre realtà del cantone.

Una certa costanza nella presenza degli alpeggi si è registrata soprattutto in alta valle, come racconta Veronica Soldati, autrice dello studio. Molti di questi sono stati recuperati negli ultimi anni e adibiti al pascolo di ovini e bestiame non lattiero, mentre quelli presenti in bassa valle sono stati per lo più abbandonati.

A dettare l’abbandono degli alpeggi sono per lo più “problemi strutturali o di accesso”. “Per andare all’alpeggio – continua Soldati – ci vogliono bestie robuste e bestie che abbiano la forza e la dimestichezza per muoversi su questi sentieri”.

Ma anche l’alpigiano deve far fronte ad alcune problematiche, legate soprattutto allo spazio, particolarmente prezioso nella valle. La scarsità di terra impatta sulla possibilità di trovare alloggio e terreni per la fienagione, rendendo complicatissima l’apertura di un’azienda agricola sui pendii della Verzasca.

Dai dati raccolti emerge un’agricoltura di montagna viva, ma bisognosa di cure e attenzioni per poter continuare ad esistere. “Lo studio ha confermato le difficoltà del settore, ma adesso è molto chiaro su quali assi è necessario intervenire”. A dirlo è il presidente della Fondazione Verzasca Alan Matasci, che guarda con ottimismo al futuro.

“Il nostro obiettivo – continua il presidente - è mettere tutti al tavolo e riuscire a definire una strategia per avviare interventi concreti soprattutto a livello infrastrutturale”. Un esempio? Fornire agli alpi dei diretti accessi stradali, come quelli presenti in Leventina e in Val di Blenio. Ma si pensa anche alle bonifiche e al recupero di alcuni terreni, per aumentare lo spazio a disposizione della fienagione.

Il processo di sviluppo richiederà anni, ma la direzione è ormai data.

Come sono cambiati gli alpeggi in Verzasca

Il Quotidiano 02.02.2024, 19:00

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