L’eco della protesta di mercoledì a Bellinzona, dove 6’000 persone sono scese in piazza per protestare contro i tagli proposti dal Governo, riecheggia ancora. Il messaggio è arrivato forte e chiaro anche alle orecchie dei membri della Commissione della Gestione, dove le proposte di risparmio non fanno l’unanimità. Il Quotidiano li ha sentiti.
“Una decurtazione salariale per certi versi è un po’ come un aumento di imposta - dice Maurizio Agustoni, capogruppo de Il Centro -. Quindi come sono state raccolte firme per opporsi ad aumenti di imposta, è anche giusto che chi subisce una decurtazione salariale possa esprimersi”. Da parte sua il capogruppo del PS Ivo Durisch, ricorda l’opposizione del suo partito: “Noi abbiamo sempre contrastato queste misure e sentiamo finalmente un grande appoggio. Ieri ascoltare queste persone è stato emozionante. Non si preoccupano solo del contributo di solidarietà che tocca loro o del mancato rincaro, ma del servizio che diventerà peggiore”.
Altro punto di vista quello di Michele Guerra, granconsigliere della Lega: “Qualora dovessimo dire di no a queste misure dovremmo trovarne delle altre. Perché per risanare i conti le vie sono purtroppo due: una è l’aumento di tasse e imposte, l’altra è il taglio di eccessi di spesa. Come Lega, e come peraltro espresso dalla maggioranza del popolo, vogliamo andare in questa seconda direzione”.
Per Matteo Quadranti, granconsigliere PLR, “i tagli non si fanno mai alla leggera. Siamo comunque vicini alla popolazione e in questo caso ai funzionari per i quali noi abbiamo grande preoccupazione e rispetto. Tant’è che anche per la cassa pensione abbiamo votato a favore delle misure di accompagnamento”.
Sul contributo di solidarietà prelevato dagli stipendi degli statali oltre i 60mila franchi annui, il Consiglio di Stato ricorda che comunque gli scatti verranno mantenuti e che per il 77% dei dipendenti pubblici il salario del prossimo anno sarà uguale o superiore al 2023. “Se le cose - dice il presidente della Gestione Michele Guerra - stanno effettivamente così, e stiamo facendo delle analisi, ovviamente il quadro risulta a tinte diverse a quelle che apparivano giorni fa”. Ma anche su questo non c’è unanimità: “È proprio sbagliato il principio - dice Agustoni -. Se io come Stato non voglio fare delle scelte di priorità mi sento autorizzato a tagliare lo stipendio dei dipendenti”. E poi c’è un aspetto che solleva Durisch: “È previsto anche il rincaro che non viene dato”.
Quotidiano del 23.11.23