La legge sulle imprese artigianali, la LIA, torna a far discutere. Oggi, sabato, a Lugano alcuni piccoli artigiani ne hanno chiesto l'abrogazione unendosi all'obiettivo di una petizione che ha già raccolto 3'500 firme e che tra alcuni giorni verrà inoltrata alle autorità.
La protesta è stata muta: le persone che si sono riunite in Piazza Dante hanno preferito affidarsi a cartelli e a una coreografia per esprimere la propria contrarietà ad una legge che, secondo loro, invece di tutelarli li penalizza. Nel mirino sono soprattutto i costi per l’iscrizione all’albo, ritenuti particolarmente gravosi, soprattutto per chi lavora in proprio
“La LIA è una struttura autofinanziata e quindi i costi che genera sono gli stessi per una ditta grande o per una più piccola o per chi lavora in proprio”, spiega ai nostri microfoni Piergiorgio Rossi, presidente dell'unione delle associazioni dell'edilizia.
“L’importo della tassa di iscrizione è inserita nella base legale, ma bisogna rilevare che questa tassa è stata ridotta da 2'000 franchi a 600 per la tassa di iscrizione e 400 per il mantenimento dell’iscrizione all’albo”, spiega invece Cristina Bordoli Poggi, direttrice della commissione di vigilanza LIA, che aggiunge: “Le richieste di iscrizione all’albo sono finora circa 4'400”.
CSI/ludoC
Dal Quotidiano:
In piazza contro la LIA
Il Quotidiano 25.03.2017, 20:00