La Legge sulle imprese artigianali (LIA) sarà abrogata. Dopo un dibattito fiume iniziato già lunedì sera, il delicato argomento della soppressione è stato affrontato dal Gran Consiglio ticinese con estrema attenzione.
CSI del 06.11.18; le reazioni nel servizio di Alberto Tettamanti
RSI Info 27.06.2020, 20:55
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La decisione è giunta con 42 voti a favore, 30 contrari e 9 astensioni, dopo un'intensa discussione che ha visto il Parlamento spaccarsi tra chi intendeva ripartire da zero e altri che auspicavano il salvataggio di "quanto di buono" ha permesso la norma in vigore dal 2016. Al momento del voto si è visto un fronte quasi compatto a favore dell'abrogazione, un fronte composto da PLR, Lega, La Destra e i Verdi, in opposizione a PPD e PS quasi altrettanto compatti.
Paolo Pagnamenta (PLR) ha chiesto a titolo personale un tavolo interdipartimentale per sviluppare quanto di buono si è fatto con la LIA e salvaguardarne i principi. Certo è che i problemi di concorrenza sleale, attività in nero, scarsa sicurezza sul lavoro e così via, non sono ancora risolti.
Vari deputati e gruppi politici hanno segnalato gli "effetti collaterali" positivi della norma poi abrogata, come il pagamento dell’IVA e degli oneri sociali e il censimento delle ditte attive locali, confederate e straniere che ha permesso di registrare oltre 4'000 aziende, ben oltre il doppio del previsto.
Henrik Bang (PS) è tra coloro che hanno ricordato i benefici generati dalla LIA, che ha dato vita a una lista di aziende assai precisa, ha fatto emergere un sommerso imprevisto e pure permesso che fossero versati oneri sociali, IVA, ecc anche da parte di ditte ticinesi irregolari. Sarà perciò necessario, per Bang, mantenere i principi di base positivi della legge attuale. Gli ha fatto eco per il PPD Raffaele De Rosa, secondo il quale è appunto il caso di salvaguardare quanto di buono si è avuto con la LIA, norma che ha permesso di ridurre in concreto il numero di padroncini "fuori norma" dall’Italia.
Alla fine si è scelto di dare seguito al rapporto di maggioranza stilato da Amanda Rückert (Lega) e Lara Filippini (La Destra), con il quale si cancella una legge molto discussa. Sempre Amanda Rückert ha segnalato che è pronta un’iniziativa parallela per la creazione di un albo che rispetti le norme di legge.
Il direttore del Dipartimento del territorio, Claudio Zali, ha ricordato che la normativa aveva come "vero scopo la tutela degli artigiani locali dall’orda di aziende che si sono riversate in Ticino grazie alla libera circolazione e spinte anche dalla crisi in Italia".
Zali ha rilevato che il concetto di base era la difesa delle aziende locali dalla concorrenza difficilmente arginabile (visto il livello di costi e stipendi, ben più bassi in Italia) dei prestatori d’opera provenienti dall’Italia, e che proprio l'Italia, dopo le polemiche iniziali, ha recepito in modo favorevole la legge, poiché "si è capito che non impediva l’attività delle ditte italiane serie, ma voleva fermare quelle irregolari che sono un male sui due lati della frontiera". Con la fine della LIA attuale, ha concluso l'ex magistrato, "oggi comunque perdiamo tutti".
EnCa
Notiziario 17.00 del 6.11.2018
RSI Info 06.11.2018, 18:08
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LIA abrogata in Gran Consiglio
Il Quotidiano 06.11.2018, 20:00
La LIA è stata abrogata
Il Quotidiano 06.11.2018, 20:00
Gran Consiglio, la seduta integrale del 6 novembre
RSI Info 09.11.2018, 15:20