Cominciamo con due piccole osservazioni di carattere generale. La maggior parte dei voti espressi esternamente alle liste viene comunque dalla scheda senza intestazione, con una media di 30 preferenze per scheda votata. Da qui, verso le 14 liste in corsa, arrivano ben il 54% dei preferenziali. Su 1 milione e 523mila voti espressi, quelli di panachage puro arrivano a 698mila, Seconda osservazione: i più generosi in assoluto sono stati I Verdi, con il 5,92% delle crocette apposte accanto a nomi di altre liste; meno comunque del 2019, quando arrivarono al 6,19%.
Lega e UDC
Anche in Gran Consiglio, con liste separate, l’alleanza Lega-UDC sembra aver funzionato: tanto che un voto su tre arrivato da altri partiti in casa Lega, è targato UDC, mentre uno su 4 dei democentristi, è stato dato dagli elettori leghisti. Nonostante questo intenso scambio, una differenza netta salta all’occhio. Dei partiti con un risultato finale sopra il 10%, l’UDC è stata la più generosa, con il 4,85% dei voti espressi andati a candidati di altre liste (in linea con il 4,83% di 4 anni fa); la Lega, per contro, è passata dal 6,19 del 2019 al 3,84% di domenica: segno che l’allarme lanciato nelle ultime settimane sulla perdita di consensi ha portato l’effetto sperato di serrare i ranghi e disperdere meno voti; un comportamento alle urne che però non è riuscito a impedire la perdita in assoluto più alta di seggi (-4). D’altro canto, per ragionamento inverso, la generosità delle elettrici e degli elettori UDC, non ha compromesso il loro deciso balzo in avanti (+2, da 7 a 9).
Più donne davanti a… Avanti
I preferenziali esterni dei due schieramenti sono sì molto simili (83'000 a Più donne, 81'000 ad Avanti con Ticino & lavoro), ma se consideriamo la forza propria delle due liste, scopriamo che la forza del movimento di Amalia Mirante deriva al 20% da voti di panachage, quella di Tamara Merlo, arriva addirittura al 50%, un dato impressionante e di gran lunga il più alto di tutti. Come più alto di tutti, e con distacco, è il bottino di preferenziali di altri partiti di Amalia Mirante. Come dire: in Più donne ha vinto Più donne, cioè la forza di un movimento consolidato, mentre in casa Avanti ha vincere è stata Amalia Mirante, non l’intera compagine.
Le sinistre
Molto classico e tradizionale l’uso del panachage in campo progressista, con un sostanziale scambio interno all’area e il PS il più generoso fra "cugini"con il 4,36%. Un segnale, quello mandato dalle elettrici e dagli elettori, che può anche essere eletto come dissonante rispetto a un campo che (ancora una volta) non è riuscito a unire le forze presentando una lista unica. Ma questa è un’altra faccenda, figlia anche della storia, non solo ticinese, delle sinistre.
I risultati del Gran Consiglio ticinese
Telegiornale 03.04.2023, 20:00
Il centrodestra nel solco della tradizione
PLR, Centro, Lega e UDC hanno premiato candidate e candidati di tutti gli altri schieramenti senza troppe distinzioni. Una scelta, quelle dell’elettorato dei partiti di centrodestra, nel solco della tradizione, e senza alcuna particolarità di rilievo. La stessa dinamica la si osserva anche sul ricevere, a immagine, per esempio, che ha costruito il suo successo interno quale maggior votato (sopravanzando presidente e capogruppo), proprio coi voti trasversalmente raccolti da altri elettori.
Il panachage fra schieramenti per il Consiglio di Stato
Dinamica simile a quella per il Gran consiglio anche per il panachage del Consiglio di Stato. La differenza essenziale è data dalla lista unica Lega-Udc che fa sì che i voti dei loro elettori verso altri partiti siano andati in massa a Plr e Centro, con un ragguardevole bottino anche per Avanti con Ticino & lavoro. A questo si aggiunge che i voti esterni di Plr e Centro sono prevalenti verso Lega e Udc, e non fra di loro. Una posibile lettura è data dal fatto di avere, sulla lista Lega-Udc, due uscenti che, tradizionalmente attirano più voti, rispetto al solo Christian Vitta e al solo Raffele De Rosa sulle due liste del Centro. Un altro fattore può senz’altro esser stato quello di voler partecipare in prima persona alla lotta interna che vedeva coinvolti Norman Gobbi, Claudio Zali e Piero Marchesi.