Il Senato italiano ha accettato mercoledì all'unanimità dei 120 presenti e in via definitiva, in terza lettura, l'accordo sui frontalieri raggiunto fra Berna e Roma.
L'accordo era già stato adottato all'unanimità il 4 maggio dalla Camera dei deputati, che aveva accolto due emendamenti presentati dal Governo e riguardanti il telelavoro e la rimozione della Confederazione dalla lista italiana dei paradisi fiscali, emendamenti frutto dell'incontro del 20 aprile fra Karin Keller-Sutter e il ministro Giancarlo Giorgetti. Queste modifiche hanno richiesto un ulteriore voto del Senato, che aveva già ratificato il testo per la prima volta il 1° febbraio.
Cosa dice il nuovo testo
La nuova intesa, sottoscritta il 23 dicembre 2020 dopo anni di trattative, sostituirà quella del 1974. Da parte elvetica, era stata accolta dal Consiglio degli Stati il 13 dicembre 2021 e poi dal Nazionale il 1° marzo dello scorso anno, mentre nella vicina Penisola l'iter ha subito notevoli ritardi, anche a causa dei cambiamenti al Governo.
Grazie all'intesa la Svizzera tratterrà l'80% (oggi poco più del 60%) dell'imposta alla fonte ordinaria prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri che lavoreranno sul suo territorio. Questa categoria sarà tassata in via ordinaria anche in Italia. La doppia imposizione verrà eliminata.
Alle persone che lavorano o hanno lavorato in Ticino, nei Grigioni e in Vallese tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del testo si applica invece un regime transitorio. I cosiddetti frontalieri attuali, continueranno a essere tassati esclusivamente in Svizzera.
La Confederazione verserà ai Comuni italiani di confine fino all'anno fiscale 2033 una compensazione finanziaria del 40% dell'imposta alla fonte.
Notiziario 11.00 del 31.05.2023
Notiziario 31.05.2023, 11:14
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