Ticino e Grigioni

L'agricoltura locale vende ancora

Superate le difficoltà per la mancanza degli stagionali stranieri, anche con l'aiuto di disoccupati e asilanti

  • 14 aprile 2020, 13:05
  • Ieri, 19:33
08:39

MODEM del 14.4.2020 - Tra gli agricoltori del piano di Magadino

RSI Info 14.04.2020, 12:04

  • ti-press
Di: Modem/Bleff 

Quanto sta incidendo l'inedita emergenza che stiamo vivendo sulla produzione e lo smercio di cibo in Ticino? "La mia azienda non sta vivendo problemi grossi", ha spiegato ai microfoni RSI Renzo Cattori, proprietario di una ditta di prodotti bio con sede a Cadenazzo. "Eravamo già rivolti a un vasto pubblico, direi anzi che la vendita è aumentata perché molti ora si rivolgono al locale. È vero che i ristoranti sono chiusi, ma quella parte costituiva solo il 5-10%".

Anche a Giubiasco, Roberto Mozzini può affermare che il peggio è passato: "Attualmente non abbiamo più problemi. Ce ne sono stati qualche settimana fa durante la raccolta dell'insalata, che di solito è rivolta a ristorazione e trasformazione".

L'azienda di Manuela Meyer, poi, ha "la fortuna di avere diversi pilastri: vendita diretta (e in questo momento anche a domicilio per gli anziani del comune), la vendita per i grossisti, e anche una paletta di prodotti che vanno alla lavorazione e ristorazione. Abbiamo solo difficoltà per alcuni articoli destinati a questa ultima categoria, che purtroppo non vanno".

A Giubiasco, l'azienda Agtrotomato con i suoi oltre 40 ettari ha "riscontrato una grossa perdita a causa della chiusura della ristorazione", spiega Mattia Cattori, "ma è stata equilibrata da un boom di richieste, soprattutto all'inizio, da parte della grande distribuzione".

Manca la manodopera?

"Ci sono stati problemi all'inizio", spiega Mattia Cattori, ci mancava la manodopera proveniente di solito da paesi come Polonia o Portogallo per raccogliere insalate e pomodori. Un problema non solo ticinese ma a livello svizzero. Tramite le associazioni di categoria siamo però riusciti ad avere gente per la raccolta. Alcuni dei nostri vecchi dipendenti però si sono rifiutati di venire in Svizzera per la paura dei contagi. Altri ne abbiamo trovati tramite la disoccupazione e il soccorso operaio".

"Sarebbe bello avere gente locale da poter formare", aggiunge Manuela Meyer. "Noi al momento lavoriamo tanto con gli asilanti, una cosa che aiuta anche loro ad essere integrati. Sono un pilastro importante dell azienda. È gente proveniente da tutto il mondo ed è anche un arricchimento culturale. Ho la fortuna di avere un bellissimo team".

"La manodopera è un problema delle aziende che hanno seguito i bisogni della grande distribuzione", aggiunge Renzo Cattori, "perché devono consegnare tanta merce e in fretta, obbligando a produrre molto e poi raccogliere tanto ma solo in momenti particolari. Nella mia azienda sono strutturato in modo da avere le mie persone tutto l'anno da me, e quindi produco solo in funzione della forza lavoro, con uno smercio più regolare tutto l'anno".

Le interviste integrali nell'audio in testa all'articolo

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