Il giorno degli attentati di Parigi i bambini della scuola elementare di Lostallo stavano partecipando alla Notte del racconto, come molti altri coetanei in tutta la Svizzera. “Mi ha fatto strano pensare che mentre noi stavamo ascoltando fiabe su gatti neri e streghette (il tema era legato al venerdì 13, ndr), c’erano persone che venivano uccise”, ci spiega una delle alunne della biclasse quinta-sesta che incontriamo a due settimane dagli attacchi che hanno provocato 130 morti e 351 feriti.
Siamo stati invitati dal consiglio scolastico per un pomeriggio speciale, le lezioni sono saltate per dare spazio alle riflessioni fatte dagli alunni in questi giorni, alle loro domande (abbiamo tentato di dare una risposta a tutte) e alle loro preoccupazioni. Le maestre Anna e Petra ci accolgono nella piccola classe che si affaccia sul campo da calcio. I ragazzini, una ventina circa, seduti in semicerchio, inizialmente un po’ timidi, snocciolano una serie di domande e pensieri.
I disegni (grafica Pixel)
RSI Info 26.11.2015, 19:28
"Potranno colpire anche noi?’", è una delle loro preoccupazioni maggiori, "in Svizzera siamo al sicuro?", "Perché lo hanno fatto, perché i terroristi dell’IS non hanno paura?", "Sono stati loro ad abbattere anche l’aereo in Egitto?".
Potranno colpire anche noi?
Domande e riflessioni
La richiesta di avere risposte e la necessità di fare chiarezza diventa un’evidenza anche nella loro curiosità per i dettagli: “Quanti sono i terroristi che sono entrati in azione? Ma sono ancora vivi?”. Parliamo con una generazione che non ha vissuto l’11 settembre 2001. Che ha ancora tempo per capire e che, soprattutto, vede la storia e le sue interconnessioni ancora come un amalgama. Tra le mani alzate per prendere parola c’è però chi fa una riflessione che supera la sua età: “Io non avrei fatto come il presidente francese, dopo gli attacchi non avrei mandato gli aerei in Siria a bombardare, non è la risposta giusta”. E poi ancora: “E’ giusto ricordare le vittime degli attentati, ma perché non abbiamo acceso una candelina anche per tutti i migranti che muoiono ogni giorno?”.
Hanno fra i dieci e i dodici anni. Vivono a più di 700 chilometri da Parigi, in un comune che conta poco meno di 800 abitanti. Sono curiosi e alla fine non hanno paura. Chiedo alla classe: Voi ci andreste ora a Parigi? La maggior parte di loro, risponde sì.
Alessandra Spataro
CSI 18.00 del 26 novembre 2015 Parlare, ma soprattutto ascoltare bambini e ragazzi travolti emotivamente dalle stragi di Parigi. Come affrontare a livello scolastico gli attentati del 13 novembre? Il servizio di Daniela Giannini
RSI Info 27.11.2015, 10:51
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