“Il Moesano è diventato un “El Dorado” per società bucalettere che non contribuiscono assolutamente all’economia regionale, ma che anzi la condizionano negativamente”. Sono le parole contenute in un’interpellanza al Governo, con la quale il granconsigliere mesolcinese Hans Peter Wellig intende denunciare il fenomeno delle ditte di comodo e del rilascio dei permessi di dimora di tipo B.
Non è giunta l'ora - chiede Wellig - di introdurre anche nei Grigioni leggi e misure che il Ticino applica per frenare l'avanzata delle organizzazioni mafiose? Il presidente dell'Ente turistico del Moesano e una quarantina di suoi colleghi deputati prendono lo spunto da una recente inchiesta del Corriere della sera che proprio a Leggia segnalava una situazione a rischio con esponenti di famiglie della ‘ndrangheta.
"Un fenomeno preoccupante"
Famiglie che l’ex commissario di polizia Fausto Cattaneo, noto per le indagini sotto copertura negli ambienti del narcotraffico, conosce bene. “Leggendo i nomi di Rosanna Papalia e Rocco Sergi, e la provenienza da Platì, l’epicentro della mafia calabrese, avrei capito al volo che qualcosa non andava”, spiega ai nostri microfoni, aggiungendo: “Non è solo un campanello di allarme che doveva suonare: dovevano suonare anche le campane! Posso dire in tutta franchezza e con dati alla mano che per quanto riguarda il Moesano il fenomeno è preoccupante: c’è gente che ha messo in piedi società di comodo e diversi componenti di società sono pregiudicati o già implicati in inchieste tremende”.
“Molte società costituite in Mesolcina, sono state create per coprire malefatte: riciclaggio di denaro in modo particolare” aggiunge, senza mezze parole, il Serpico ticinese.
La Procura pubblica grigionese comunica da parte sua alla RSI che non esistono inchieste o incarti aperti contro le persone o le aziende menzionate nell'intervista.
Fausto Cattaneo
Grigioni Sera/ludoC