Ticino e Grigioni

Miele, s’annuncia un’annata amara al sud

Spalmata sull’intero Paese la situazione è però meno drammatica - La testimonianza di un apicoltore di Bissone: “Persi i raccolti di inizio anno” - Il bilancio del presidente di Apisuisse

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Un inizio anno molto difficile per le api in Ticino.jpg

Un inizio anno molto difficile per le api in Ticino

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Di: SEIDISERA/RSI Info

Quest’anno le api in primavera hanno sciamato poco: “Forse avevano capito meglio di me che la stagione non sarebbe stata tanto buona”, dice alla RSI l‘apicoltore Oreste Tranchini che a Bissone ha una parte delle sue 150 arnie. Gli abbandoni dell’alveare per fondare nuove colonie sono infatti più consistenti quando si prospetta una grande abbondanza alimentare.

Previsioni su quanto miele verrà prodotto complessivamente quest’anno è ancora prematuro farne. Lo si scoprirà solo smielando. Tuttavia il primo raccolto, quello di giugno, praticamente non c’è stato. “Era talmente poco che - racconta l’apicoltore, che possiede diverse arnie anche in Val di Blenio - l’ho lasciato nei melari in modo che poi le api se lo sono mangiato perché le temperature erano così basse che non trovavano cibo”.

Il primo raccolto estivo, quello delle fioriture più precoci a bassa quota, è stato pure scarso: “È andata maluccio - dice Tranchini -. Si è recuperato un po’ nella fioritura in montagna. Adesso in Val di Blenio il miele c’è. Ma i raccolti di inizio anno sono andati persi è questo è un danno grave per chi fa l’apicoltore”.

Decisamente più dolce la situazione altrove, come conferma il presidente degli apicoltori svizzeri (Apisuisse) Mathias Götti Limacher. Questa primavera le sue api, a Maienfeld nei Grigioni, non hanno faticato a trovare nutrimento fra campi, alberi da frutto e boschi. “Ci sono regioni, come qui, e in generale nell’Altopiano e nella Svizzera orientale, dove la raccolta di miele è stata buona, ma altrove in alcune zone della Romandia e a sud delle Alpi la produzione è scarsa. Le cause? Forti piogge, grandinate e basse temperature proprio nel momento delle maggiori fioriture, hanno impedito alle api di volare. E se le api non volano non possono raccogliere pollini e nettare e non si può avere il miele”.

Al fattore climatico si aggiunge, nella Svizzera centrale, un altro fenomeno che sta creando grattacapi agli apicoltori. Dove ci sono tanti abeti rossi è fortemente aumentata la produzione della cosiddetta melata di miele. “Non è un fenomeno nuovo, ma di solito è raro. Quest’anno, invece, sorprende per la sua portata. Anche gli esperti sono increduli”, dice il presidente degli apicoltori svizzeri.

All’origine, continua Mathias Götti Limacher, vi sono gli afidi degli abeti che secernono una sostanza zuccherina che viene utilizzata dalle api per produrre il miele quando scarseggia il nettare. Miele che però cristallizza immediatamente nelle arnie. E dunque è estremamente difficile estrarre il miele. Questo comporta parecchio lavoro supplementare per gli apicoltori.

A livello nazionale il 2024 non sarà certamente un’annata da record per il miele, ma il raccolto sarà soddisfacente e sicuramente ben superiore di quello registrato nel 2021, uno degli anni peggiori di sempre. “Le api elvetiche stanno meglio rispetto a qualche anno fa. L’acaro parassita Varroa oggi rende loro meno difficile alla vita agli apicoltori”, conclude il presidente di Apisuisse che si dice però molto preoccupato per le api selvatiche, di cui oltre la metà delle specie in Svizzera è a rischio di estinzione.
                        

Per gli apicoltori svizzeri si prospetta un'annata con meno miele

SEIDISERA 17.07.2024, 18:37

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