Un cambiamento di situazione famigliare o il salario insufficiente. Sono le due principali ragioni del disagio registrato in Ticino dal Soccorso d'Inverno che tra il giugno 2017 e il luglio 2018 ha avuto 407 richieste di aiuto: 89 in più rispetto all'anno prima con un aumento netto del 28%.
L'antenna regionale dell'associazione, come spiegato mercoledì dal presidente Edo Bobbià, si attiva a sostegno in primo luogo dei cittadini svizzeri e degli stranieri domiciliati nel cantone per dare il proprio sostegno laddove gli aiuti sociali istituzionali non arrivano. In particolare dà una mano ad affrontare situazioni di disagio temporaneo che non possono essere superate altrimenti, innanzitutto mediante contributi finanziari e prestazioni in natura. I suoi utenti non hanno i mezzi per comprarsi i vestiti, lo zaino scolastico, un letto o per onorare una fattura oppure, ancora, per affrontare una cura dentaria.
Nella sua opera, il Soccorso d'Inverno è sostenuto dalle donazioni private ma anche dagli aderenti all'iniziativa Amici rivolta ad aziende e imprenditori desiderosi di aiutare - con contributi in denaro o tramite buoni per prestazioni o servizi - chi è chiamato ad affrontare un periodo difficile. Inoltre in vista delle feste è stata lanciata un'azione di solidarietà tramite l'acquisto di un panettone.
Il forte aumento dei casi registrato in Ticino, non è un'eccezione nel panorama nazionale. In gran parte corrisponde al crescente ricorso all'aiuto assistenziale anche in Svizzera dove l'indigenza e l'isolamento sociale, come sottolineato da fra Martino Dotta, sono sempre una realtà, nonostante i dati macroeconomici parlino di crescita, riduzione della disoccupazione e aumento della ricchezza.
Iniziativa dei comuni
La tendenza preoccupa anche le autorità e in particolare quelle di quei comuni che negli ultimi anni hanno visto esplodere l'ammontare dei costi sociali. Mercoledì mattina alla Cancelleria dello Stato a Bellinzona è stata consegnata un'iniziativa legislativa promossa dai Municipi per chiedere di rivedere -perlomeno in maniera transitoria - i criteri di partecipazione alla spesa cantonale per l'assistenza sociale, ritenuto che, per alcuni, la partecipazione è sproporzionata rispetto ad altre località. Gli enti locali che si sono impegnati finora sono otto: Cadenazzo (che ha lanciato l'idea), Bellinzona, Bodio, Chiasso, Locarno, Maroggia, Novazzano e Ponte Tresa. Affinché l'iniziativa arrivi sui banchi del Gran Consiglio occorre che vi aderiscano almeno un quinto dei comuni ticinesi, ovvero 23.