Negozi, "la domenica non si vende"

Il 18 giugno la popolazione ticinese sarà a chiamata a votare sulla modifica della Legge sull'apertura dei negozi. La campagna contraria, sostenuta da diversi sindacati (tra cui UNIA), è ufficialmente iniziata oggi con lo slogan "la domenica non si vende".

La modifica vuole intervenire sull'attuale legge con i seguenti provvedimenti: ai commerci sarà possibile tenere aperto fino alle 19 e mantenere l'apertura anche per quattro domenica all'anno, contro le tre odierne. Ma soprattutto aumenteranno il numero di negozi che avranno diritto alle deroghe per le località turistiche, quelli grandi fino a 400 metri quadri.

"Noi siamo presenti tutti i giorni nei piccoli negozi, nei negozi della grande distribuzione e il personale è unanimamente contrario a queste modifiche". Così si è espressa Chiara Landi, di Unia Ticino. La modifica infatti avrà "un impatto veramente negativo non solo sulle condizioni di lavoro, ma anche sulla vita privata dei dipendenti".

Unia lega la modifica della legge anche a riflessioni più generali sul futuro della società, "una società in cui si produce e si consuma sette giorni su sette per tutto l'anno".

Una linea su cui si posiziona anche Marco Noi dei Verdi: "dal nostro punto di vista bisogna mettere in discussione proprio la struttura stessa, il funzionamento del sistema economico".

Anche il CST era presenta al comitato che, malgrado abbia approvato il primo atto della legge, oggi si oppone duramente: "le modifiche introdotte fino al 2020 erano modifiche accettabili ma queste odierne non lo sono più".

Seidisera del 20.04.2023 - Il servizio di Francesca Calcagno: le voci del comitato