Ticino e Grigioni

"Non è più quello di prima"

La sofferenza degli anziani durante l'isolamento raccontata in una testimonianza

  • 18 settembre 2020, 21:08
  • Ieri, 18:32
02:15

CSI 18.00 del 18.09.2020 La testimonianza raccolta da Romina Lara

RSI Info 18.09.2020, 20:00

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Di: CSI/pon 

"La prima volta che ho visto il suo decadimento era dopo Pasqua, dopo un paio di mesi. Quando mi hanno chiamata per il ricovero, non permetteva quasi più alle persone di avvicinarsi": a raccontare di suo marito è una signora di Magliaso. Lui, 77enne malato di Parkinson e ospite di una casa di riposo di Lugano, è uno dei tanti esempi di quanto gli anziani abbiano sofferto dell'isolamento imposto durante la pandemia e della mancanza di contatti umani. L'allentamento delle norme di protezione contro il COVID-19 nella settantina di strutture ticinesi vuole essere un compromesso fra la prevenzione dei contagi e i bisogni di socializzazione degli anziani. Fra l'altro, negli istituti potranno tornare finalmente anche gli operatori dell'animazione.

"Continuava a dire che non ce la faceva più e faceva sempre più fatica ad esprimersi. La voce era sempre più debole", racconta ancora la donna, "si sentiva abbandonato e non capiva perché nessuno andava più a fargli visita. Quando è diventato possibile con il plexiglas in mezzo, non era più lui".

Alla fine di maggio la capo infermiera ha informato la donna che, avendo lui perso molti chili, era indispensabile un ricovero "per vedere che non ci fosse qualcosa di grave". A parte infezioni che potevano essere curate nella casa di riposo, "lui però non aveva nulla, si era semplicemente lasciato andare". Oggi l'uomo sta leggermente meglio, ma "non è più quello di prima. È peggiorato in tutto".

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CSI 18.00 del 18.09.2020 L'intervista di Pervin Kavakcioglu al dottor Franco Tanzi

RSI Info 18.09.2020, 22:02

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"Apriamo sperando di non dover chiudere fra uno o due mesi"

L'allentamento annunciato oggi, venerdì, è il primo da maggio. Poteva giungere anche prima? "Forse le cifre ci avrebbero autorizzato ad anticipare questa apertura. Non ci sono stati decessi in casa anziani in Ticino da mesi e mesi", risponde il il geriatra - e coordinatore del gruppo di lavoro delle case per anziani - Franco Tanzi. È successo però in altri cantoni "e questo è stato un freno ultimamente. Sappiamo che il virus è ancora presente e pericoloso quanto prima per i soggetti in età avanzata e fragili", spiega il medico. Quindi "apriamo adesso sperando di non dover chiudere fra uno o due mesi". Negli istituti di riposo questo annuncio "lo si aspettava, perché si è vista gente deperire, lasciarsi andare. I direttori premevano per questa apertura e fatta con queste precauzioni la via mi pare percorribile". Con le precedenti norme c'erano state differenze di interpretazioni, che potrebbero ripetersi? "La direttiva", risponde Tanzi, "prescrive un minimo. Non si può restare al di sotto, ma le singole casa possono andare oltre secondo la loro responsabilità". D'altra parte le situazioni sono molto diverse: "alcune dispongono di grandi spazi, interni ed esterni" e altre dove l'applicazione è più difficile".

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