E' un "sì" condizionato quello che il Canton Ticino invierà a Berna in risposta alla consultazione sulle nuove misure anti-pandemia proposte dal Consiglio federale. Mercoledì scorso era stata in particolare annunciata l'estensione del certificato Covid ad alcuni settori e attività, e oggi scadeva il tempo delle repliche dei cantoni.
L’estensione, nelle intenzioni, dovrebbe riguardare gli spazi interni dei ristoranti e degli alberghi, dei bar e dei club, fino alle manifestazioni e attività sportive e culturali che non si tengono all'aperto. Qual è quindi la risposta ufficiale che il Ticino invierà a Berna? “Diciamo che il Canton Ticino – spiega il presidente del Governo Manuele Bertoli ai microfoni della RSI – approva le misure come proposte, sottolineando però due elementi importanti. Il primo riguarda la tempistica: queste misure il governo federale può ovviamente applicarle, ma viene da noi invitato a farlo solo nella misura in cui ci sia davvero un bisogno, quindi a fronte di ospedalizzazioni effettivamente in crescita e quindi non in maniera preventiva. Il secondo punto riguarda invece le misure di accompagnamento di carattere economico, necessarie per chi dovesse perdere dei soldi a causa dell’applicazione di queste misure.”
Una posizione che è frutto anche di una mediazione tra le diverse posizioni in Consiglio di Stato, tra chi è più critico rispetto alle limitazioni e chi più preoccupato dall'andamento pandemico, come conferma ancora il presidente Bertoli: “Sicuramente le posizioni sono sfumate, per cui non tutti la pensiamo allo stesso modo, con più o meno distanza. È però chiaro che di fronte a un problema serio di crescita delle ospedalizzazioni non abbiamo tante alternative…o si chiude tutto o prendiamo quelle misure che ha proposto il Consiglio federale, con le relative criticità, o altrimenti si passa all’obbligo vaccinale per tutti, altre alternative miracolose non ce ne sono. La tempistica, in un senso o nell’altro, è ad ogni modo estremamente importante e se la si sbaglia si potrebbe incorrere in una non comprensione da parte della popolazione”.
E sollecitato sul peso della diversità di opinioni tra i cinque Consiglieri di Stato nel processo decisionale, Bertoli ha spiegato che “è sempre stato così, anche l’anno scorso con le chiusure delle attività non sempre avevamo delle posizioni allineate, ma abbiamo sempre trovato una posizione comune e anche in questa occasione è andata così”.
Grigioni: “Ampliare il più possibile l’utilizzo del certificato”
Di segno decisamente differente è invece il parere espresso dal governo grigionese, che invita la Confederazione ad ampliare il più possibile l’utilizzo del certificato Covid. Le autorità retiche sono favorevoli anche alla “valutazione” di un uso sui mezzi pubblici e nei negozi. Le misure devono ad ogni modo essere applicate velocemente, per evitare il sovraffollamento degli ospedali, si legge nella risposta alla consultazione sul tema inviata al Dipartimento federale dell’interno (DFI).
L’Esecutivo retico si oppone invece all’utilizzo del certificato solo in alcuni singoli settori. Serve insomma un vero e proprio uso ad ampio spettro. “Proprio per questo sono necessari test che riguardino i mezzi pubblici e il mondo del lavoro e, nel caso in cui venisse abolito l’obbligo della mascherina, bisognerebbe valutare il certificato anche per i negozi”.
Bertoli: “Comprensibile la reazione di Merlani” - Interrogato sulle esternazioni social del medico cantonale ticinese Giorgio Merlani, che domenica ha ironizzato sulla manifestazione dei “coronascettici” a Bellinzona, il presidente del Governo ha espresso comprensione: “Su quello che ha fatto Giorgio Merlani dico che lo posso capire, dopo un anno e mezzo di lavoro continuato su un problema serio per il cantone, con quasi mille morti eccetera…vedere alcune tesi davanti alla propria finestra penso che sia difficile da sopportare. Non tanto perché il dire non sia legittimo, però ogni dire al suo peso e quando si dice ‘non abbiamo le prove di un complotto, ma sicuramente c’è un complotto’, bè l’argomento diventa sostanzialmente inesistente”.