"Se uno è positivo deve isolarsi immediatamente". Ha commentato così Giorgio Melani i dati degli ultimi giorni riguardanti la diffusione Covid-19 in Ticino, con valori giornalieri sempre al di sopra dei 1’000 contagi . I test effettuati giornalmente in Ticino sono approssimativamente 5'000 e di questi, la quota di positivi sfiora il 50%, ha spiegato il medico cantonale nel corso di una conferenza stampa, venerdì a Bellinzona, indetta dalle autorità cantonali per fare il punto sulla pandemia e sulle misure di accompagnamento predisposte dal Cantone.
"Isolarsi senza aspettare il contact tracing"
In quest'ottica, il medico cantonale ha evidenziato che a livello federale “per un caso individuato ce ne sono due che sfuggono” e se si tiene conto che il servizio di contact tracing, nonostante un potenziamento con l’aiuto di 10 operatori della protezione civile, non riesce a gestire i 1’500 casi al giorno, la responsabilità dell'individuo diventa fondamentale: se una persona riceve comunicazione di essere positiva non deve aspettare la chiamata dal servizio preposto per isolarsi; chi esce ed incontra persone sapendo di essere contagioso “commette un reato”, ha avvertito Merlani.
Isolamenti e quarantene
Chi inoltre esce da un periodo di isolamento - ha sottolineato il medico cantonale - deve fare grande attenzione e osservare tutte le misure di protezione, ma specialmente di non entrare in contatto con individui a rischio. Gli asintomatici sono infatti nel 10 o 20% dei casi ancora contagiosi. Il fatto che si contino nuovamente decessi per Covid-19, è inoltre da leggersi come "una nuova normalità".
"Omicron non è Delta ma nemmeno un'influenza"
Merlani ha inoltre ribadito che la variante Omicron del coronavirus è sicuramente meno grave di Delta, aggiungendo però che "secondo la legge dei grandi numeri, le ospedalizzazioni stanno tendenzialmente aumentando." Omicron “non è comunque nemmeno influenza... non ci sono 14 persone in terapia intensiva e 174 in ospedale in inverno per l’influenza”. La rapidità con cui circola la nuova variante, farà sì che "tutta la popolazione entrerà in contatto con il virus entro primavera e magari non potremo evitare di contagiarci tutti, ma almeno di non farlo tutti insieme, rischiando di mettere in difficoltà le strutture ospedaliere", ha affermato il medico cantonale.
Lavoro ridotto usato in modo massiccio
Dopo Merlani, ha preso la parola il capo dell’ufficio giuridico della sezione del lavoro, Luca Giudici, che ha fatto il punto sul avoro ridotto, usato per prevenire licenziamenti. L'impiego di questo strumento a causa della pandemia è stato massiccio. A livello federale, ha sottolineato, sono stati di conseguenza tolti dei paletti per facilitare il ricorso a questo strumento.
Le estensioni dell'ILR
Da inizio pandemia fino a ottobre in Ticino sono stati versati infatti oltre 800 milioni di franchi di indennità, ha reso noto Giudici. “La situazione è attualmente abbastanza tranquilla”, ha affermato l'alto funzionario, ma caratterizzata da un aumento, seppur non consistente. Le richieste giornaliere sono fra le 35 e 40, provenienti soprattutto da ristorazione, settore alberghiero e centri fitness.
IPG Corona "non sono un casco totale"
Il direttore dell’Istituto delle assicurazioni sociali Sergio Montorfani ha per parte sua riferito delle IPG (indennità di perdita di guadagno) corona, create ex novo dalla Confederazione all’inizio della pandemia per compensare solo “le perdite legate alle misure decise delle autorità”. Non si tratta quindi di un’assicurazione “casco totale per gli effetti del coronavirus”, ha dichiarato. L’esecuzione è affidata alle casse di compensazione AVS e l'indennità massima ammonta all’80% per un massimo di 196 franchi al giorno. Chi però possiedono attività marginali che generano meno di 10’000 franchi non ne ha diritto.
Lavoro ridotto, in Ticino versato quasi un miliardo di franchi
Le categorie considerate sono 12, ma tre quelle principali si trovano i genitori di figli fino a 12 anni che devono interrompere l’attività perché questi restano a casa, chi è sottoposto a quarantena, gli indipendenti o i dipendenti in posizione assimilabile a quella di un datore di lavoro che hanno subito una limitazione o chiusura dell’attività lucrativa a causa dei provvedimenti delle autorità.