Ospedali in difficoltà economiche, anche in Ticino

La preoccupazione di fondo espressa venerdì dai vertici della clinica Moncucco è già realtà per altri ospedali. Nel 2022 quasi il 40% delle strutture sanitarie in Svizzera ha registrato un deficit di gestione superiore al milione di franchi. E il Ticino non fa eccezione.

Sono quasi 300 le strutture sanitarie in Svizzera: ospedali, cliniche riabilitative e strutture psichiatriche. Una rete sanitaria che per gli esperti ha vissuto un 2023 complicato. Il motivo è da ricercare in una catena di fattori. E anche il Ticino non è risparmiato. “Tariffe stabili, ma costi in aumento per il personale, l’inflazione, l’energia... Quindi tutte le strutture avranno un calo delle loro capacità di investimento e di innovazione“, spiega Dino Cauzza, direttore generale Swiss Medical Network.

E poi ci sono i costi del personale. che rappresentano i 2/3 di quelli totali. Una voce molto rilevante e che cresce. Si taglierà su questa spesa? “Non penso si possa pensare a un automatismo. I bisogni sono spesso legati all’innalzamento dell’età media della popolazione, dunque in futuro avremo forse più bisogni di quanti ne abbiamo oggi. Il sistema svizzero finora è sempre stato capace di rispondere a questi bisogni”, sostiene Carlo De Pietro, professore di gestione dei servizi sanitari della SUPSI.

E allora, quali soluzioni? “La stessa associazione mantello degli ospedali in Svizzera fa delle richieste che inevitabilmente sono di innalzamento del valore dei rimborsi, però anche di indicizzazione più automatica di questi rimborsi LaMal (che vengono rimborsati ogni tot anni) quando vi siano periodi come questo in cui l’inflazione viaggia più veloce del solito”, sottolinea De Pietro. Vedremo. La ricetta per guarire i costi della salute è complessa.