La notte porta Gran Consiglio. Dopo tre giorni di discussioni, e un rinvio in zona Cesarini per rifletterci, il preventivo 2025 del Canton Ticino ha ricevuto luce verde nel primo pomeriggio di giovedì, con 33 voti favorevoli, 29 contrari e 12 astenuti.
Si è trattato di un parto quanto mai travagliato. Incagliatosi mercoledì sera, alle 19.35, sulle secche di un rinvio chiesto dalla Lega e dal PLR proprio mentre ci si apprestava a votare.
I deputati hanno votato così, il giallo l'astensione dei leghisti
Oggi, alla ripresa dei lavori, i diretti interessati hanno comunicato all’aula quanto deciso nottetempo. La prima è stata la capogruppo del PLR Alessandra Gianella: “Tre giorni lunghi e sfiancanti”, ha esordito, parlando di “misure non sostenute a cuor leggero. Constatiamo come in aula non c’è volontà di fare questo esercizio di contenimento. Abbiamo ottenuto un lieve miglioramento, ma la base per il prossimo anno non è solida”. Ha concluso, annunciando il voto a favore, “ma è urgente cambiare approccio”.
Dibattito “lungo, autoreferenziale e tedioso”, ha detto dal canto suo il capogruppo della Lega Boris Bignasca, secondo cui “le proposte di risparmio della Lega, nelle versioni light, sono passate”, ma “la legge di gestione finanziaria non è stata rispettata aumentando di 6 milioni il deficit proposto dalla Gestione”. Per queste ragioni Bignasca opta per l’astensione. Anche Maurizio Agustoni (il Centro) è intervenuto ricordando i tre cambiamenti che hanno influito sulla manovra (tassa sui posteggi, progressione a freddo, non ribaltamento oneri dei docenti sui comuni), il ritorno sulla pedagogia speciale ha poi peggiorato i conti. “Ma sostanzialmente stiamo votando lo stesso documento, che ci è stato presentato dal Governo, tranne le maggiori entrate e il ribaltamento degli oneri sui comuni. Stiamo parlando di un infinitesima differenza per cui non vedo perché non dobbiamo confermare il nostro sostegno”.
Il capogruppo Sergio Morisoli per l’UDC ha detto che “da oggi siamo anche il Cantone più smarrito che non sa tirarsene fuori: il nostro voto è no”. Voto negativo anche dei socialisti con Ivo Durisch: “Confermiamo la nostra contrarietà alla politica degli ultimi anni del Governo e del Parlamento”. No anche da MPS e Verdi.
Lega e PLR sono i due partiti che, assieme al Centro, avevano trovato un compromesso di maggioranza in commissione della Gestione. Un compromesso che però ha traballato sotto la valanga degli emendamenti. Dopo averne passato al vaglio un’ottantina il Legislativo ha fatto lievitare la perdita di esercizio da 89 a 96,5 milioni di franchi. Lo scontro più acceso, accompagnato fuori dall’aula anche da delle petizioni, si è avuto sul credito per la pedagogia speciale. Alla fine il Parlamento ha deciso di non stralciare, come proponeva la maggioranza, quei 2 milioni di franchi di spesa in più. Altri 4,5 milioni si sono aggiunti con la conferma dei contributi per i docenti di educazione fisica e musicale che il Governo aveva tolto ai Comuni.
La Lega ha minacciato di togliere il proprio sostegno alla manovra, se non fossero passati tagli su beni e servizi, nonché sul settore dell’asilo. Tagli che hanno resistito nella forma modellata in Gestione. Dal canto suo, il PLR poneva attorno ai 90 milioni l’asticella massima del deficit.
Avrà un seguito anche la decisione di ridurre per 10,8 milioni di franchi la spesa sui sussidi di cassa malati. Un taglio che colpirà il 2% degli attuali beneficiari. Contro questa misura il fronte progressista ha già annunciato che lancerà un referendum. Ha parlato di un taglio inaccettabile il co-presidente del PS Fabrizio Sirica, ricordando che si tratta di un tema “assolutamente centrale per le famiglie ticinesi”.
Il lungo dibattito sul preventivo cantonale
Il Quotidiano 11.12.2024, 19:00