Dalla maxi-inchiesta sui permessi emerge un’altra condanna, precedente a quella che la pretura penale ha inflitto ieri (lunedì) a un funzionario del Dipartimento finanze ed economia. Già in marzo, subito dopo l’avvio delle indagini, il procuratore Antonio Perugini ha infatti firmato un decreto d’accusa contro l’ormai ex-segretaria aggiunta dell’Ufficio Migrazione di Bellinzona, accusata – ricordiamo – di avere trasmesso informazioni riservate a un conoscente. Della decisione, da tempo cresciuta in giudicato, si è avuto notizia soltanto oggi.
La 50enne (difesa dall’avvocata Giorgia Maffei) è stata condannata per violazione del segreto d’ufficio a 90 aliquote giornaliere sospese (15'300 franchi) e al pagamento di una multa di mille franchi. Tra il 17 novembre 2016 e il 1° febbraio scorsi fornì indicazioni sullo stato delle pratiche di tre persone che avevano richiesto il permesso di soggiorno. Dati ottenuti accedendo al programma informatico, e girati via mail (usò quello dell’ufficio) all’architetto che glieli aveva domandati.
La donna, alle dipendenze del Cantone dalla fine del 1988 (alla Migrazione era entrata nel ’96), non è stata licenziata. Dopo avere valutato attentamente la situazione, il 23 agosto il Consiglio di Stato ha optato invece per il suo trasferimento. Dal 1° settembre la 50enne è passata così, come impiegata d’ufficio, alla Divisione dell’azione sociale e delle famiglie. In ragione del suo declassamento il Governo non ha ritenuto necessario adottare alcuna sanzione disciplinare.
Francesco Lepori