Il Gran Consiglio ticinese ha bocciato martedì, con 44 voti contrari, 24 favorevoli e un astenuto, la proposta del PPD di sostenere una domanda di referendum dei cantoni, per poter sottoporre al voto popolare la legge di applicazione dell’iniziativa dell’UDC del 9 febbraio contro l’immigrazione di massa.
Nell’aprire il dibattito, Maurizio Agustoni (PPD), ha ricordato che la democrazia diretta “è uno strumento prezioso che dobbiamo rispettare e difendere…; se si ritiene che una legge tradisca la volontà popolare bisogna ridare la parola al popolo e accogliendo la domanda di referendum ci facciamo interpreti della volontà popolare”.
Alex Farinelli (PLR), non ha nascosto le sue perplessità su un eventuale ritorno al voto, perché “nonostante delle perplessità, le misure adottate fino ad oggi qualche risultato lo stanno dando”.
Seppur con qualche sfumatura differente, dello stesso avviso è stata pure la posizione di Ivo Durisch (PS), che ha espresso la sua contrarietà nell’appoggiare la richiesta di referendum cantonale.
Se Boris Bignasca (Lega dei Ticinesi) ha annunciato, a titolo personale, di voler sostenere la risoluzione, Francesco Maggi (Verdi), ha ricordato che: “La costituzione non è a la carte e pertanto il referendum non è la via giusta per poter fare chiarezza”.
Sergio Morisoli (La Destra), dal canto suo, ha ricordato l’importanza della questione sottolineando: “Il tema è notevole e divide, oggi come ieri…; ma non daremo l’appoggio alla richiesta di referendum”.
bin