Conti cantonali in rosso

Preventivo, “da solo il Governo non ha le competenze”

Christian Vitta chiede alla politica di fare fronte comune per risanare le finanze ticinesi, ma il quadro delle reazioni è in prevalenza critico

  • 18 ottobre 2023, 19:41
  • 18 ottobre 2023, 21:03
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Preventivo: l'intervista a Christian Vitta

SEIDISERA 18.10.2023, 18:51

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Di: SEIDISERA/pon/ARi 

L’elaborazione del preventivo 2024 del canton Ticino, che prevede una manovra di rientro da quasi 134 ma un disavanzo che sfiora comunque i 96 milioni, “è stato un esercizio a 360 gradi al quale hanno contribuito tutti i dipartimenti”, secondo il consigliere di Stato Christian Vitta. “Abbiamo evitato di procedere con tagli lineari, andando a toccare in modo mirato laddove ritenevamo ci fossero dei margini per farlo”, afferma il liberale-radicale alla testa del DFE.

“Il contesto attuale sta mettendo sotto pressione tutti gli enti pubblici”, ricorda Vitta. “Noi nel 2020 siamo stati colpiti in maniera più pesante dal Covid”, prosegue nell’intervista concessa a SEIDISERA della RSI, “e questo ha avuto un riflesso anche sulle finanze, che nel 2019 avevano ritrovato un equilibrio fragile. Questa fragilità oggi si somma alla situazione incerta che stiamo vivendo”.

Il cosiddetto “decreto Morisoli” è stato quindi un azzardo? “Ha aggiunto nuovi paletti”, risponde il consigliere di Stato, ma il freno al disavanzo iscritto nella Costituzione già impone un pareggio dei conti entro il 2025. Un preventivo in rosso, a quel punto, sarebbe anticostituzionale e “il Governo da solo non ha le competenze per procedere a tutte le correzioni richieste”. Vitta chiama quindi alla collaborazione le forze politiche, per evitare che la situazione peggiori e richieda poi sacrifici maggiori.

Il quadro delle reazioni

Intanto non si sono fatte attendere le reazioni da parte di partiti e sindacati. Il PS preannuncia battaglia e parla di una manovra destinata a colpire soprattutto i dipendenti pubblici e i beneficiari di sussidi per la cassa malati, unitamente alle case per anziani, agli istituti per invalidi e ai centri psicoeducativi. Di analogo tenore le considerazioni dell’MPS, secondo cui si ha a che fare con una serie inaccettabile di misure che colpiranno la spesa sociale e il servizio pubblico.

Per l’OCST la necessità di un risanamento delle finanze pubbliche non può implicare una riduzione delle prestazioni soprattutto per le fasce deboli e in difficoltà. Il sindacato cristiano-sociale esprime quindi delusione, parla di misure sulle spalle dei più bisognosi e chiede con forza che i provvedimenti oggi proposti siano rivisti.

Il preventivo non piace neppure al Centro e non solo per la questione dell’imposta di circolazione. Più in generale il presidente Fiorenzo Dadò rileva che Lega, UDC e PLR sono i partiti che hanno sostenuto il decreto Morisoli e hanno la maggioranza in Governo: 3 consiglieri di Stato su 5 quindi, sottolinea, avevano un anno di tempo per presentare qualcosa che non andasse a fare tagli.

Quindi il PLR, che qualifica come decisamente problematico il pacchetto per il rientro finanziario: alcune misure puntuali, sostiene, sono condivisibili, ma indifendibili sono quelle che colpiscono il ceto medio e i giovani. Quanto presentato oggi, secondo i liberali-radicali, è il risultato di una politica con una scarsa visione d’insieme e nessun impulso rinnovatore.

Per parte loro i Verdi puntano il dito contro la destra e le forze che a suo tempo sostennero il decreto Morisoli, accusandole di aver ingannato la popolazione. E proprio i partiti che si fanno paladini del ceto medio, affermano gli ecologisti, ora lo impoveriscono con tagli applicati ai dipendenti dello Stato.

La Lega invece afferma di sostenere le economie a carico dell’amministrazione e del personale del cantone, parlando di un’amministrazione pubblica sovradimensionata che offre prestazioni privilegiate inaccessibili alla maggior parte dei contribuenti impiegati nel settore privato. Respinta, per contro, è la prospettiva di un aumento delle entrate tramite le imposte di circolazione.

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