Il Ticino si è da tempo mobilitato per aiutare e accogliere i profughi ucraini. In tal senso, lunedì aprirà ad Arzo una seconda struttura collettiva che li accoglierà provvisoriamente. Questo clima propositivo non si è manifestato tuttavia sempre allo stesso modo. La RSI ne ha parlato con il presidente della comunità africana in Ticino, Constant Aharh.
"La comunità africana è addolorata per ciò che sta accadendo in Ucraina", spiega Aharh ai microfoni di SEIDISERA, ammettendo senza voler fare polemiche che effettivamente un'accoglienza diversa c'è. Il presidente della comunità spiega che, stando alla sua esperienza, "chi accoglie decide chi e come accogliere, ma quando si viene da una certa parte del mondo si è accolti meglio in quanto rifugiati". Una forma di aiuto a due velocità che Aharh spiega con il fatto che l'Ucraina si trova in Europa, fatto che rende la gente maggiormente coinvolta. "Essere più sensibili alla guerra in Ucraina che a quella nello Yemen è comprensibile, ma un rifugiato è sempre un rifugiato" aggiunge.
Il pensiero di Aharh va specialmente allo statuto S, "la legge è uguale per tutti, perché attivare un permesso speciale per una parte di rifugiati e per gli altri no?". Il presidente conclude chiarendo ad ogni modo che il malcontento della comunità africana non è tuttavia da ricondursi a questa questione, ma piuttosto alla tristezza della guerra.