L’11 maggio è stato l’inizio della fase due in Ticino: riaperti negozi e ristoranti, con limitazioni legate alle misure da adottare per evitare una nuova ondata di contagi da Covid-19. Nei ristoranti, in particolare, vige l’obbligo di distanziare i tavoli tra di loro, ad ogni tavolo si possono sedere al massimo 4 persone (o di più solo se fanno parte dello stesso nucleo famigliare) e i clienti, se lo desiderano, lasciano i loro dati personali.
Al ristorante La Casa del Popolo di Bellinzona c’è stato anche un cambio di look, proprio legato a queste misure. Il gerente Andrea Sanvì ci spiega che, una volta distanziati i tavoli tra loro, la sala da pranzo sembrava una sala operatoria, considerando anche il fatto che i camerieri avrebbero dovuto portare la mascherina. Si è allora deciso di rendere l’ambiente un po’ più piacevole: le mascherine sono state coperte dalle bandane, i camerieri indossano cappelli da cowboy e la nuova decorazione ricorda quella di un saloon (il “saloon Pueblo”), con tanto di pistole (certo: di plastica e riempite di disinfettante).
Una ripresa un po’ più divertente sia per i collaboratori che per i clienti, che però sono mancati all’appello: “A pranzo abbiamo avuto solo tre coperti e una ventina di caffè alla mattina”. Di questi, solo due (venuti per pranzare) hanno lasciato i propri dati.
Andrea Sanvì non perde d'animo: “Da una parte ce l’aspettavamo, dall’altra speravamo in qualcosa in più, ma è ancora troppo presto per fare sondaggi. Non perdiamo la speranza, insomma.”
mrj