Ticino e Grigioni

Ruspe sul ghiacciaio: “Il fatto non sussiste” 

Tutti assolti i quattro imputati, tra cui lo svizzero Franz Julen, comparsi davanti alla giustizia italiana per i contestati lavori di scavo nel 2022 e 2023 per la pista italosvizzera Cervinia-Zermatt 

  • 17 febbraio, 15:11
  • 17 febbraio, 15:14
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Lavori contestati dagli ecologisti

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Di: ATS/ANSA/dielle 

“Il fatto non sussiste”, ha stabilito il giudice di Aosta Maurizio D’Abrusco. A comparire davanti alla giustizia italiana, oltre al già citato Julen che è pure presidente della società degli impianti di risalita Zermatt Bergbahnen, c’erano anche Federico Maquignaz, presidente e direttore generale di Cervino spa, società che gestisce le piste italiane, il suo predecessore, Herbert Tovagliari e l’operatore della pala meccanica che ha scavato nel ghiacciaio.

La procura di Aosta aveva chiesto una condanna a quattro mesi di carcere e 3’600 euro (3’400 franchi) di multa per ciascuno. Ai quattro veniva contestata la realizzazione senza autorizzazione di uno sbancamento - lungo 330 metri e largo otto – sul ghiacciaio per la realizzazione della pista italosvizzera Gran Becca, con uno sviluppo per lo più proprio su ghiacciaio.

In Svizzera la denuncia di alcune associazioni ambientaliste aveva portato nell’autunno 2023 allo stop parziale di alcuni lavori. Le competizione previste, sia nel 2022 che nel 2023, non si sono mai svolte (mancanza di neve nel 2022 e troppa e neve e vento l’anno successivo).

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