In Ticino non verrà garantito il salario minimo di 3'600 franchi mensili previsti dal contratto collettivo di lavoro per i dipendenti delle stazioni di servizio che entrerà in vigore in Svizzera a febbraio 2018. L'obbligatorietà generale del CCL, come comunicano martedì l'Associazione gestori di negozi delle stazioni di servizio in Svizzera e i sindacati Unia e Syna, è stata conferita il 6 dicembre dal Consiglio federale.
Le tre associazioni si rallegrano di questa decisione, ma deplorano la scelta del Governo di esentare il cantone sudalpino dal salario minimo.
Il CCL in questione mira a proteggere le condizioni di lavoro nei negozi delle stazioni di servizio. Oltre alle retribuzioni minime, regola in particolare la durata del lavoro e garantisce una serie di prestazioni sociali.
Sindacati preoccupati
Una decisione che ha sollevato aspre critiche da parte sindacale. “Siamo molto delusi da questo provvedimento. Il Governo, di fatto, ignora quanto concordato dai partner sociali. Per il Ticino si tratta di una grave discriminazione soprattutto salariale, in un ramo già fortemente sotto pressione”, denuncia Giangiorgio Gargantini, Unia.
ATS/sulma/bin
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