"La scuola che verrà", importante progetto di riforma portato avanti dal Dipartimento dell'educazione, è sempre più vicina. Il Governo oggi, giovedì, ha chiesto al Parlamento un credito di 5,5 milioni — il cui "via libera" non è scontato — per la sua sperimentazione.
La maggior parte degli "addetti ai lavori" sostiene questa nuova versione rivista, meno "rivoluzionaria" di quella iniziale e dal costo superiore alla prima bozza (di 2,5 milioni dei 32 annui previsti).
La sperimentazione del modello dovrebbe partire a settembre 2018, durerà tre anni e si svolgerà in sei sedi (tre elementari e tre medie), anche se non è ancora dato sapere quali saranno. Un sostegno che tocca anche uno dei punti più controversi, quello sull'abolizione in terza e quarta media dei livelli. Una modifica, questa, criticata soprattutto da parte della politica — PLR e PPD in testa — preoccupata che nel nome dell'inclusività si sacrifichino le potenzialità di chi a scuola ha buoni risultati.
CSI/px
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