Nei sotterranei del Centro svizzero di calcolo scientifico (CSCS) di Lugano ci sono 960 batterie. In caso di blackout permetterebbero circa sei minuti di autonomia a pieno regime. Ma non sarà il caso e tecnicamente non è il loro scopo.
Se durante i prossimi mesi invernali si verificherà una penuria di elettricità, il CSCS punterà su altre strategie. In primis una riduzione del consumo energetico. "Possiamo diminuirlo del 20%, disattivando per esempio sistemi di test o di sviluppo" spiega ai microfoni della RSI il vicedirettore CSCS Michele De Lorenzi.
E poi va anche definito quali siano i servizi minimi da garantire. Per il CSCS si tratta delle previsioni meteorologiche per MeteoSvizzera, un servizio che rappresenta soltanto all'incirca il 10% del consumo del centro. Per garantire un'approvvigionamento energetico minimo proprio per le previsioni meteorologiche, il centro di calcolo si e già mosso in collaborazione con le Aziende industriali di Lugano.
Ma per quale motivo il centro ha deciso di non avere dei generatori d'emergenza? Per una questione di costi operativi ed ecologici. E anche perché ha deciso di privilegiare soluzioni sostenibili. "Utilizziamo per esempio l'acqua del lago di Lugano per il raffreddamento: in questo modo evitiamo sprechi" conclude il vicedirettore De Lorenzi.
Energia: il Centro svizzero di calcolo si prepara
SEIDISERA 21.09.2022, 21:12
Contenuto audio