La terza dose di vaccino anti-Covid è sempre sotto la luce dei riflettori, tra chi è già lanciato nella somministrazione e chi sta procedendo con maggiore cautela. In Israele ad esempio il richiamo è già una realtà da alcuni mesi. Il paese che per primo ha condotto una campagna vaccinale ad ampio raggio è partito in estate con il cosiddetto “booster” per tutti i cittadini con più di 12 anni, e la situazione si è molto tranquillizzata sul fronte epidemiologico e ospedaliero.
RG 12.30 del 14.11.2021 - La situazione israeliana nella corrispondenza di Michele Giorgio
RSI Info 14.11.2021, 14:47
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E in Ticino? Cosa vorrebbe dire da noi concretamente fare questo passo in tempi brevi? “In Israele – spiega alla RSI il direttore del DSS Raffaele De Rosa – c’è una situazione particolare, in quanto tutta la popolazione è stata vaccinata con Pfizer. Da noi invece abbiamo i due vaccini Pfizer e Moderna a cui si è aggiunto nel frattempo, anche se con numeri moderati, quello di Johnson&Johnson”.
De Rosa fa poi il punto su quanto fatto finora in relazione al richiamo per le persone con più di 75 anni: “Abbiamo già 8'000 iscrizioni e si procede a ritmo di 1'000 nuove iscrizioni al giorno, quindi l’operazione sta procedendo bene”.
Ma non sarebbe quindi utile anche da noi allargare lo spettro della somministrazione anche alle fasce più giovani della popolazione come ipotizzato dal presidente della Confederazione Guy Parmelin e come fatto appunto in Israele? “Sono delle situazioni che seguiamo attentamente, quella di Israele ma non solo, ad esempio l’Italia ha aperto le iscrizioni alla fascia delle persone tra 40 e 60 anni. In questo senso siamo però in attesa proprio delle indicazioni dall’autorità federale, che è quella competente per dare le raccomandazioni e per confermare o aggiornare la strategia vaccinale nazionale.”
La disponibilità di dosi ci sarebbe
Per quanto riguarda la disponibilità di sufficienti dosi per la somministrazione allargata del richiamo vaccinale, sempre oggi (domenica), sulla SonntagsZeitung un portavoce dell'ufficio federale della sanità pubblica afferma che ci sono 2 milioni di dosi in magazzino, e la Confederazione potrebbe ordinarne altre. E tanto basterebbe, perché il richiamo ad ogni modo è possibie solo dopo 6 mesi dalla seconda dose. Il numero uno di Moderna Dan Staner afferma inoltre che i contratti per i 2022 già stipulati con la Svizzera prevedono una quantità sufficiente di vaccino.