Ristoratori e baristi erano molto preoccupati due mesi fa al momento dell'estensione dell'uso del certificato Covid. "Oggi questa paura che venga a mancare la clientela non c'è più", dice Nunzio Longhitano, presidente dei Gastro Lago Maggiore e Valli. "Stiamo vedendo che i ristoranti sono ben frequentati, sono riprese le cene anche aziendali. I bar hanno avuto un po' di calo", afferma. Fugati anche i timori di dover assumere personale supplementare per i controlli.
Da metà settembre il codice QR deve essere esibito anche in palestra e nei centri fitness, già colpiti da sei mesi di lockdown, erano fra i più scettici. Nel loro caso le preoccupazioni hanno trovato conferma: "Ci sono clienti che non rinnoveranno fino a quando non decadrà l'obbligo del pass, ma perlomeno chi è vaccinato non ha questo problema e si riesce a portare avanti l'attività", dice Ivan Pin, responsabile di un centro fitness di Lugano.
Di certo la pandemia ha pesato sulle abitudini della popolazione e al di là della necessità o meno di un certificato c'è chi si è un po' disabituato a uscire, in particolare per appuntamenti culturali, e c'è chi ancora non si fida "in società". Il cinema sta risalendo la china grazie a un paio di grandi titoli usciti di recente, ma una fetta di pubblico continua a mancare. Per Luca Morandini, gerente di due sale a Mendrisio, "siamo in una fase di ripresa, gli over 60 sono ancora un po' timorosi". Al Teatro Sociale, come in quasi tutti i teatri in Svizzera, si chiede comunque la mascherina anche se non più obbligatoria: la gente si sente più tranquilla così, dice Gianfranco Helbling, che ancora non quantifica le perdite rispetto alla fase pre-Covid. L'affluenza non è tornata come prima nemmeno nei musei, secondo Tobia Bezzola del MASI di Lugano. I visitatori individuali sono tornati ad affluire, ma mancano un po' i gruppi, turistici e non.
Seidisera 18.00 del 13.11.2021 L'intervista di Alan Crameri a Stefan Breitenmoser
RSI Info 13.11.2021, 19:56
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Grandi eventi: sono ancora pochi e con pubblico ridotto
Chi conosceva il certificato già da prima è il settore dei grandi eventi, dove gli intoppi iniziali con i controlli - c'era chi si presentava con il foglio del test o della vaccinazione e veniva respinto agli ingressi - sono ormai risolti. "Non ci sono più problemi, ma non vogliamo inasprimenti come in Austria dove il test non basta più per il certificato", dice Stefan Breitenmoser, direttore dell'associazione di categoria degli organizzatori. "Ci sarebbe ancora meno pubblico e avremmo bisogno di più aiuti per sopravvivere", afferma. Per il momento, non si segnalano fallimenti, ma gli eventi sono più rari, sull'esempio dell'Hallenstadion di Zurigo, dove dai 28 appuntamenti della seconda metà del 2019 si è scesi a 7 nel medesimo periodo di quest'anno. "Dal 2020 dovrebbe andare un po' meglio, con circa un terzo degli spettacoli rispetto all'epoca prima della crisi", spiega. L'affluenza inoltre non è sempre sufficiente per garantire la redditività.
Certificato Covid, come va a due mesi dall'introduzione?
Il Quotidiano 13.11.2021, 20:00