“Una giornata storica”, “Una legge modello”, “Altri cantoni e Paesi seguiranno”, “Un vero cambio di paradigma”, “10'000 persone potranno scegliere in autonomia”. Gli annunci politici che lo scorso 14 gennaio hanno fatto seguito, nel canton Zurigo, all’approvazione in prima lettura in Gran Consiglio della nuova legge sull’autodeterminazione delle persone disabili sono stati di tenore decisamente celebrativo.
Ma di cosa si tratta? In sostanza, e riassumendo (vedi correlati): la nuova legge prevede una cambio di paradigma nel finanziamento delle prestazioni alle persone con disabilità, passando dal finanziamento dell’oggetto a quello del soggetto. Di principio: non saranno più le istituzioni e gli enti a venir finanziati, bensì l’utente stesso, che riceverà un credito e sarà poi lui a decidere come “spenderlo”, scegliendo dove vivere e su che servizi appoggiarsi.
Anche il canton Berna ha compiuto un passo simile a quello zurighese nel 2020 (la legge dovrebbe entrare in vigore nel 2023) e il principio dell’autodeterminazione, in particolare in questo ambito, è da decenni al centro delle discussioni, anche in Ticino, cantone preso in passato spesso a modello per le pratiche inclusive. Noi abbiamo voluto pertanto aprire la discussione su questo fronte, quello del finanziamento, anche a Sud delle Alpi, dove per gli addetti ai lavori - di ieri e di oggi - la questione è nota e viene seguita con attenzione.
Martinoni: “Bene affermazione del principio, seppur con dei limiti”
Mauro Martinoni, già primo segretario di Atgabbes, primo capoufficio della pedagogia speciale, capoufficio studi universitari, docente, consulente universitario e grande conoscitore del settore, smorza innanzitutto la portata della nuova legge zurighese: “Sono stati bravi a cambiare la narrazioni di qualcosa che in fondo non è così innovativo, anche perché – e lo dicono gli articoli di legge stessi – vanno al contempo messe a disposizione degli utenti sufficienti strutture tra cui scegliere, e queste devono passare per forza anche da un finanziamento all’oggetto".
Per Martinoni questo è quindi un po’ il limite, ma “ciò detto, io sono molto contento se, a livello di affermazione del principio, si mette al centro la persona”.
Il quadro legislativo in Ticino: contestualizzazione storica di Mauro Martinoni
RSI Info 16.03.2022, 09:37
Forini: “Un primo passo, lo sosteniamo”
Ancora più positiva è invece la lettura di Danilo Forini, direttore in Ticino e Moesano di Pro Infirmis, l’associazione nazionale che sul territorio si occupa di gestire servizi di consulenza e offrire sostegno alle persone con disabilità fisiche, mentali e psichiche. “L’importante è che le cose si muovano, il diritto all’autodeterminazione – e in particolare la scelta del luogo di vita – è sancito anche dalla convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che la Svizzera ha ratificato”.
Per Forini la strada da percorrere non è univoca, e bisogna capire come fare per arrivare a una maggiore autodeterminazione: “Quella del sistema di finanziamento è una scelta molto tecnica e finanziaria, ma che Pro Infirmis vede in maniera positiva, in quanto può indurre le persone, ma anche e soprattutto le strutture, a cambiare paradigma andando ad offrire una 'paletta' di possibilità tra cui poi la persona potrà scegliere”.
Grassi: “Interessante, ma Ticino già al passo coi tempi”
Più sfumata è invece la posizione dell’ufficio cantonale che si occupa di gestire e attribuire i finanziamenti, seppur anche per Christian Grassi – capoufficio invalidi – una maggiore spinta all’autodeterminazione non può che “raccogliere il favore di tutti.” Grassi evidenzia però anche come da noi, in Ticino, già attualmente “esiste un servizio, quello di coordinamento e informazione che fa parte del nostro ufficio, che va a informare e a dare tutti i sostegni necessari alle persone con disabilità che si trovano nella posizione di dover fare una scelta”. Il responsabile del settore LISPI, l’attuale legge sull’integrazione sociale e professionale degli invalidi in vigore dal 1979, sottolinea inoltre come in Ticino “già ora l’utente, i famigliari o il curatore possono scegliere liberamente dove andare, il Cantone non impone a nessuno l’istituto in cui collocare gli utenti.”
Il cambio legislativo, e di paradigma, con un finanziamento non più alle strutture ma alle persone con disabilità, sarebbe comunque “radicale” per Grassi, e “bisognerebbe capire innanzitutto quali competenze dare poi alle strutture”.
Autodeterminazioni e limiti cognitivi
Se insomma tutti gli interlocutori vedono di buon occhio qualsiasi strumento che spinga ulteriormente in avanti le capacità di autodeterminazione, la questione dell’offerta sufficiente, ma anche quella della garanzia della qualità attraverso i controlli, vengono identificati come i principali “limiti” del modello zurighese.
Quando si parla di autonomia di scelta nel mondo della disabilità non si può però non contemplare anche un altro aspetto, quello dei deficit cognitivi. “In questo grande ambito ci sono anche molte persone con disabilità psichiatriche e cognitive – spiega Martinoni – , per le quali il discorso della scelta autonoma ha dei limiti che non sono quelli legati al finanziamento o agli aiuti concreti, bensì sono limiti legati alla persona stessa.”
Anche in questo ambito però le cose si muovono: Pro Infirmis è ad esempio già impegnata con progetti e strumenti dedicati ad aumentare l'autonomia decisionale dove possibile, come ad esempio la Scuola di vita autonoma o ancora un apposito manuale - in fase di traduzione - che contempla appositi strumenti didattici pensati per i professionisti e gli utenti.
E in conclusione, chi sul territorio, tanto cantonale quanto nazionale, ci lavora – Pro Infirmis appunto - un approfondimento del modello zurighese lo vedrebbe comunque di buon occhio: “In Ticino siamo già messi bene e la LISPI è ancora attuale, ma ci aspettano importanti sfide all’orizzonte, in termini finanziari ma soprattutto di approccio, e il tema del finanziamento al soggetto emerso a Zurigo penso che sarà uno stimolo importante per affrontare il quadro generale” conclude il direttore di Pro Infirmis Danilo Forini.
Gli altri approfondimenti del Quotidiano
Il presente approfondimento è stato diffuso in una versione televisiva anche al Quotidiano, che nell'ultima settimana ha già dedicato un altro contributo al tema dell'autodeterminazione delle persone con disabilità, seguendo la manifestazione nazionale organizzata dall'associazione mantello svizzera Inclusion Handicap a Berna, con lo scopo proprio di "suonare la sveglia" in merito al tanto lavoro ancora da fare per garantire tutti i diritti a chi è portatore di disabilità. L'ultimo contributo riguarda invece i diritti politici delle persone con disabilità. Di seguito i contributi finora andati in onda.
L'autodeterminazione nella disabilità
Il Quotidiano 09.03.2022, 20:00
Autodeterminazione e disabilità, il finanziamento
Il Quotidiano 15.03.2022, 20:00
Disabilità e diritti politici
Il Quotidiano 18.03.2022, 20:00