Sarebbero una trentina i permessi di dimora, tra falsificati e autentici, ottenuti illecitamente da cittadini stranieri. È quanto avrebbe ammesso finora il 25enne titolare di un’impresa edile fantasma, finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta sui permessi facili che ha travolto l’Ufficio ticinese della migrazione.
Ieri, giovedì, è stato nel frattempo confermato l’arresto di tre delle sei persone finite in manette. La conferma degli altri tre arresti dovrebbe arrivare tra oggi, venerdì, e domani, sabato.
Il 25enne presunto corruttore, e figura centrale nella vicenda, dovrà restare in carcerazione preventiva per i prossimi tre mesi. Suo fratello, che respinge le accuse principali, per due.
Due mesi di detenzione preventiva anche per il 28enne funzionario dell'ufficio della migrazione. Per ora ammette solo un paio dei casi che gli vengono contestati e di avere incassato 400-500 franchi per ogni permesso falso emesso. Il presunto corruttore, che utilizzava l'impresa paravento per ottenere i documenti, avrebbe invece ammesso di avere incassato tra i 2’000 e i 2’500 euro per ogni documento; secondo quanto ha dichiarato, al funzionario corrispondeva in seguito circa 1'000 franchi per documento.
Documenti taroccati e passaporti contraffatti
Due i filoni dell’inchiesta: da una parte permessi già rilasciati ad altre persone ai quali veniva solo sostituita la fotografia, dall’altra i permessi autentici ma ottenuti presentando passaporti contraffatti. E sarebbe stato proprio il riscontro di doppioni ad aver allarmato la Segreteria di Stato della migrazione che ha poi preso contatto con il responsabile dell’ufficio cantonale.
Proprio sulla base di questi elementi, il procuratore pubblico Antonio Perugini aveva spiccato un mandato di cattura internazionale nei confronti del 25enne, arrestato martedì scorso a pochi giorni dal rientro dal Kossovo, suo paese d’origine. Lo stesso aveva appena scontato sei mesi ai domiciliari in Kosovo, anche in questo caso per una vicenda di documenti d’identità falsificati.
CSI-DD/ludoC
La corruzione in Ticino e in Svizzera
Il tema è stato al centro della puntata di venerdì di Modem: È permesso?