Si chiama AlpFoodway ed è il progetto transnazionale con il quale sei paesi a cavallo delle Alpi, tra cui la Svizzera, puntano a far iscrivere il patrimonio alimentare alpino nella lista del patrimonio culturale intangibile dell'UNESCO. A rappresentare la comunità alpina il polo di Poschiavo nei Grigioni, capofila del progetto.
AlpFoodway, che conta 14 partner e 39 osservatori nei sei paesi alpini (Francia, Italia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia), ha l'obiettivo di creare un modello di sviluppo sostenibile per le aree alpine periferiche basato sulla conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale alimentare.
Tra i prodotti e le pratiche inserite nell’inventario da tutelare anche la castanicoltura della Valsugana, il vin santo, il pane delle Giudicarie Esteriori, il botiro del primiero e la raccolta di erbe spontanee in Val Rendena.
A causa dello spopolamento, dell'invecchiamento della popolazione e della globalizzazione, si legge sul sito del polo Poschiavo, il patrimonio alimentare alpino è infatti a rischio di scomparsa. Il 4 ottobre scorso ad Innsbruck, nell'ambito della conferenza di metà mandato del progetto, che ha una durata di tre anni (2016-2019), i 14 partner hanno promosso la carta a sostegno dell'iniziativa: nella "Charter of alpine food heritage", ha spiegato Cassiano Luminati, direttore del Polo Poschiavo e coordinatore del progetto.
Nei prossimi mesi la carta sarà diffusa nella forma di petizione online per raccogliere il più ampio sostegno possibile alla candidatura UNESCO. L'obiettivo è arrivare entro ottobre 2019, al momento della conferenza finale del progetto AlpFoodway, con un dossier completo per poter consegnare la candidatura alle commissioni UNESCO.
ats/joe.p.