Ticino e Grigioni

Un asilante si è tolto la vita a Cadro

Questa tragedia suscita delle riflessioni sull'efficacia della presa a carico di queste persone, che spesso portano con sé un bagaglio pesante di fragilità

  • 14 luglio 2023, 18:06
  • 20 luglio 2023, 15:56

07: 2023: Richiedenti l'asilo e il rischio suicidi

SEIDISERA 14.07.2023, 18:20

  • TiPress
Di: SEIDISERA-John Robbiani/Red.MM

Si tratta di un tema sempre delicato. A volte un autentico tabù. Stiamo parlando del suicidio. E nello specifico, del rischio suicidi tra i migranti, tra i richiedenti l'asilo. Un tema che - dopo una serie dei casi riscontrati in Romandia - è stato al centro di atti parlamentari a Berna e che in questi giorni è tornato tristemente di estrema attualità in Ticino.

Qui, un ventenne afgano che era ospite del centro per richiedenti l'asilo di Cadro si è tolto la vita. Una tragedia che suscita qualche riflessione sull'efficacia della presa a carico di queste persone che spesso portano con sé un bagaglio pesante di fragilità.

La storia è stata resa pubblica da Immacolata Iglio Rezzonico, avvocata di Lugano e attivista che si batte per i diritti dei migranti. E lo ha fatto per sollevare un dibattito e una discussione sulle condizioni in cui, in Svizzera e in Ticino, vengono accolti i richiedenti l'asilo. L'avvocata punta il dito un po' contro l'intero sistema e usa frasi anche molto forti.

"C'è una procedura che pone un'angoscia in questi ragazzi solo per il fatto di dover essere definiti maggiorenni o minorenni. E subiscono anche la possibilità di dover andare nel loro paese o in paesi dell'Europa dove hanno già subito tantissimo. Arrivano qui e sono da subito considerati solo come dei numeri. Come quasi in un carcere. Una persona già fragile, che pensa di essere arrivata in un paese dove può costruire il suo futuro, invece si ritrova segregata", dice Iglio Rezzonico alla RSI.

L'avvocata ci ha anche detto, tra l'altro, di non trovare molta differenza tra i centri gestiti dalla Confederazione e quelli del Cantone. E critica anche le strutture d'accoglienza. In Ticino è per esempio da anni nota la non idoneità del centro di Paradiso. E l'attivista critica anche la soluzione di Cadro.

Due centri, Cadro e Paradiso, gestiti dal Cantone tramite la Croce Rossa. E proprio la direttrice di Croce Rossa Sottoceneri, Debora Banchini Fersini, oggi ha spiegato come avviene la presa a carico. "Noi siamo affranti. E proprio per il rispetto di questa persona pensiamo che non sia giusto riferire elementi di dettaglio. Questo gesto estremo, rispetto alla mia esperienza, è un caso isolato. Sicuramente i minorenni hanno delle fragilità importanti. E quindi tutto quello che noi facciamo è fatto proprio per evitare che si arrivi a queste situazioni. La Croce Rossa segue ogni persona accolta nei centri collettivi a livello globale, quindi con del personale qualificato sia dal profilo sociale che da quello sanitario. Abbiamo anche a disposizione quotidianamente degli psicologi, che possono accompagnare le persone nel sostegno rispetto alle loro fragilità".

Oggi abbiamo chiesto un parere anche al Cantone, all'Ufficio del sostegno sociale. Ci hanno fatto sapere che, visto il drammatico evento e nel rispetto della persona deceduta, non ritengono opportuno riferire elementi di dettaglio. Visto oltretutto che le autorità stanno effettuando accertamenti. Precisano comunque che la struttura di Cadro è ritenuta idonea e non è prevista alcuna sostituzione. Quella di Paradiso verrà invece dismessa prossimamente.

E proprio sul fronte strutture c'è - questo ce lo ha confermato il Municipio di Riviera - una novità. Il Cantone settimana prossima dovrebbe presentare la domanda di cambio di destinazione dell'Ostello di Cresciano. Domanda che, se verrà approvata, trasformerà appunto l'ex ostello in un foyer per rifugiati minorenni giunti in Svizzera senza i genitori.

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