Il 30 di giugno decadrà lo stato di necessità, in vigore in Ticino dall'11 marzo e che era stato prorogato il mese scorso, il 19 maggio: così ha deciso il Governo ticinese e ha confermato mercoledì, in conferenza stampa, il presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi. Si torna lentamente alla normalità, ha detto il direttore del Dipartimento delle istituzioni, che non è quella di prima della pandemia, ma "una nuova normalità" che richiede ancora il rispetto delle misure di igiene e di distanza sociale, perché il virus è ancora presente anche se i nuovi casi nelle ultime settimane sono numericamente limitati.
Norman Gobbi annuncia la fine dello stato di necessità in Ticino
RSI Info 17.06.2020, 17:05
Gobbi ha quindi ripercorso le tappe principali della crisi, dal primo caso di contagio a livello cantonale (e nazionale) il 25 febbraio, alle limitazioni per gli eventi il giorno seguente, alla chiusura delle scuole il 16 marzo, alla "finestra di crisi" autorizzata da Berna a fine marzo e chiusa il 4 maggio allo scadere dell'ultima proroga. "Il Ticino ha funzionato come sistema paese e il gioco di squadra ha permesso di vincere questa prima parte di partita, una partita che però non è terminata", ha detto Gobbi. Il passo ticinese è la logica conseguenza della fine della situazione straordinaria nella Confederazione, prevista per venerdì 19 giugno.
Matteo Cocchi: "la guardia deve restare alta"
TG Speciale del 17.06.20 17.06.2020, 17:11
Un gruppo di coordinamento continuerà a monitorare la situazione dal profilo sanitario e di protezione della popolazione. "Lo stato maggiore cantonale di condotta andrà in una situazione di prontezza, pronto a ripartire in poco tempo ma non da zero", ha comunicato il suo comandante, Matteo Cocchi, prendendo la parola dopo il consigliere di Stato.
Giorgio Merlani: "non è finita"
TG Speciale del 17.06.20 17.06.2020, 17:21
"Si fa molto in fretta a ricominciare da capo", ha messo in guardia dal canto suo il medico cantonale Giorgio Merlani, il cui lavoro è "fare il pessimista guardando tutti i possibili segnali negativi". Dopo una decina di giorni con un unico caso positivo - ha ricordato - negli ultimi giorni se ne è registrato qualcuno di più. I dati attuali "non sono motivo di preoccupazione ma per mantenere alta la vigilanza": vale per le autorità ma anche per i cittadini, in particolare per i viaggio all'estero, ha ricordato Merlani. Accanto a casi nell'ambito sociosanitario e a contagi avvenuti in famiglia, si torna ad assistere anche a casi importati, dal Brasile e dal Messico, ha detto Merlani.
I numeri
Attualmente 9 persone sono in isolamento (con sintomi o test positivo) e 14 in quarantena (in seguito a contatti a rischio) in Ticino. Dall'11 maggio, alla ripresa del contact tracing, sono rispettivamente 53 e 108. I contagi delle ultime 24 ore sono stati 2, 7 quelli dell'ultima settimana, per un totale da inizio pandemia di 3'323. I decessi sono fermi a 350 da oltre una settimana.
Nelle ultime due settimane non risultano ricoveri in ospedale, ha detto Merlani, ma questo si spiega anche con il numero di casi molto basso nonostante i numerosi test, che non vengono fatti solo in caso di sintomi gravi come a inizio crisi. Per quanto riguarda il test sierologico volto a verificare la percentuale di popolazione entrata in contatto con il virus, sono finora 983 le adesioni e 900 i test effettuati. I risultati verranno verosimilmente resi noti in una conferenza stampa a inizio luglio, ha anticipato il medico cantonale.
Revoca dello stato di necessità
Il Quotidiano 17.06.2020, 21:00