Si è svolto lunedì mattina il sopralluogo sull’area della frana che domenica a Meis, frazione di Re (VCO), ha travolto un’automobile uccidendo le due persone che si trovavano all’interno: un uomo e una donna, marito e moglie, del Locarnese, di 55 e 53 anni. Autorità – regionali, provinciali e comunali – hanno fatto il punto insieme ai tecnici e geologi dell’Ente nazionale per le strade (ANAS) e della ferrovia Vigezzina.
Le due vittime, secondo il portale ossolanews.it, stavano andando alla messa pasquale delle 16.30 al Santuario della Madonna di Re. Oltre al cordoglio nei loro confronti, vi è la preoccupazione per le migliaia di frontalieri che per andare a lavorare in Ticino saranno costretti ad imboccare la disastrata statale 631 della Valle Cannobina (teatro già di diversi smottamenti), nonché per le ripercussioni negative sull’economia dell’intera Valle Vigezzo.
Le immagini della frana
Rescue Media 01.04.2018, 23:46
La sensazione generale è quella di una tragedia annunciata, ma finora si è evitato il balletto delle responsabilità per anni di colpevole incuria. Il ripristino di strada e ferrovia è per tutti prioritario, e i rocciatori sono già al lavoro sulla parete scoscesa, sulla quale verrà eseguito un rilievo con l’ausilio di un drone. I geologi comunicheranno in seguito alle autorità in che stato si trova la parete, per stimare i tempi di messa in sicurezza.
Le previsioni per la riapertura
Le previsioni più ottimistiche prevedono la riapertura della ferrovia entro uno o alcuni giorni, mentre per la strada ci vorrà minimo un mese. Stanno tuttavia già sorgendo conflitti sulle competenze: chi eseguirà i lavori? Chi li finanzierà? Una situazione paradossale, visto che il finanziamento per l’allargamento e la messa in sicurezza della statale 337 era già stato stanziato da tempo, ma i lavori non hanno mai preso il via.
RG 12.30 del 02.04.2018: la corrispondenza di Luigi Frasa
RSI Info 02.04.2018, 14:41
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Preoccupazioni sul fronte svizzero
Non mancano inoltre le preoccupazioni sul fronte svizzero delle Centovalli a cui si aggiungono quelle dei lavoratori frontalieri che ogni giorno valicano il confine.
Preoccupazioni legate alla viabilità, ma anche alla sicurezza, perché la morte ieri dei due locarnesi si somma a quella di tre giovani lavoratori pendolari italiani che persero la vita nello stesso modo nel 1993.
E se la messa in sicurezza della statale 337 (così come della vicina Cannobina) restano fonte di aspre polemiche con Roma per i fondi mai arrivati, adesso si pone l'emergenza del transito che da domani riprenderà.
"Per noi è un grosso problema: con strada e ferrovia bloccate dovremmo “rifugiarci” nella Valle Cannobina, attraversata da una strada difficoltosa e malconcia, prolungando di circa 40 minuti il viaggio verso il posto di lavoro", ci spiega Antonio Locatelli, del Coordinamento Frontalieri del Verbano-Cusio-Ossola.
I lavoratori italiani che giornalmente percorrono quella strada sono circa milleduecento. Le preoccupazioni investono anche il versante ticinese, sottolinea il sindaco del comune di Centovalli Ottavio Guerra: “Il traffico aumenterà su tratti già particolarmente sollecitati”.
La sicurezza resta prioritaria. Come detto, nel pomeriggio rocciatori e geologi dovrebbero dire qualcosa di più sulla salute della montagna.
RG 12.30 del 02.04.2018: il servizio di Francesca Torrani
RSI Info 02.04.2018, 14:41
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LF/FT/ludoC